Nome in codice: Oriente. Ruolo: infiltrato nella mafia catanese, prima che Cosa nostra lo scoprisse. Sarebbero questi i motivi dell'omicidio dell'uomo, avvenuto il 10 maggio 1996. Adesso per quel delitto sono stati condannati i mandanti, l'organizzatore e un esecutore materiale
Omicidio Ilardo, carcere a vita per gli imputati Condannati Madonia, Santapaola e Zuccaro
Cugino del boss Piddu Madonia, ammazzato il 10 maggio 1996 perché, secondo l’accusa, Cosa nostra aveva scoperto che era diventato un confidente della giustizia, un infiltrato nella mafia catanese. Il processo di primo grado per l’omicidio di Luigi Ilardo si è concluso oggi: ergastolo per tutti e quattro gli imputati. Cioè Giuseppe Madonia e Vincenzo Santapaola in qualità di mandanti, Maurizio Zuccaro (recentemente tornato al centro delle cronache per via dell’operazione Piramidi), come organizzatore, e Orazio Benedetto Cocimano come esecutore materiale. A prendere parte al delitto ci sarebbero stati anche Maurizio Signorino e Pietro Giuffrida, entrambi però deceduti.
Sempre per il caso Ilardo – nome in codice Oriente – nel 2014 è stato condannato con il rito abbreviato il boss pentito Santo La Causa. A lui sono stati dati 13 anni e quattro mesi di reclusione perché avrebbe organizzato dei sopralluoghi per compiere l’agguato. Controlli sul territorio che poi si sarebbero rivelati inutili, perché la commissione del delitto avrebbe subito un’accelerazione improvvisa. A coordinare l’inchiesta che adesso porta al fine pena mai quattro nomi di rilievo della mafia etnea sono il procuratore capo Carmelo Zuccaro e il sostituto Pasquale Pacifico, di recente trasferito a Caltanissetta dove continua a occuparsi di mafia.
Negli atti del processo sono confluite anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Eugenio Sturiale, vicino a Ilardo, che casualmente avrebbe assistito ad alcuni appostamenti nei pressi dell’abitazione della vittima e poi all’agguato. Dell’omicidio Ilardo si è interessata anche la procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta mancata cattura, nel 1995, del boss Bernardo Provenzano. Che poi finì in manette undici anni dopo, nel 2006.