Da Fontanarossa a Caselle, con scalo a Fiumicino, per essere trasferita dal carcere di piazza Lanza al penitenziario Le Valette di Torino. È il viaggio compiuto, sabato scorso, da Veronica Panarello. La donna, a luglio condannata in secondo grado a trent’anni per l’omicidio del figlio Lorys Stival, è salita sabato scorso su un volo Alitalia. Con lei gli agenti della polizia penitenziaria. «Un provvedimento che segue la sentenza di luglio e che ci aspettavamo», commenta il legale di Panarello, l’avvocato Francesco Villardita.
Panarello, 29 anni, è stata arrestata a inizio dicembre del 2014 a Santa Croce Camerina, la località del Ragusano dove viveva con il marito Davide Stival e i due figli. Il più grande, Lorys, pochi giorni prima era stato trovato senza vita in un canalone poco fuori dal centro del Ragusano. La morte del bambino, stando a quanto emerso in sede di autopsia e confermato nel corso dei processi di primo e secondo grado, è avvenuta per strangolamento attuato dalla donna con delle fascette di plastica.
Una ricostruzione che Panarello ha sempre smentito, tirando in ballo il suocero Andrea Stival, indicando in lui il vero assassino. L’uomo avrebbe agito dopo che Lorys aveva scoperto la relazione tra la madre e il nonno. Ed è proprio nei confronti di Stival che la donna si è scagliata durante il pronunciamento dell’ultima sentenza. «È colpa tua, ti ammazzo con le mie mani. Sei contento adesso?», ha gridato Panarello all’indirizzo del suocero presente in aula, poco prima di essere portata via dal personale della polizia penitenziaria. Frasi che l’avvocato Villardita ha spiegato sottolineando lo sconforto derivante dalla conferma della pesante condanna.
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