Omicidio di Meredith Kercher. Amanda ormai è in America…

Ricomincia tutto d’accapo. Ecco un altro romanzo criminale per usare le parole di un noto ri-condannato delle ultime ore quale è Marcello dell’Utri. Invero non è la prima volta e gli italiani sono ormai abituati ad assistere ai renvirment della Suprema Corte. D’altronde, quella sentenza di assoluzione in 2° grado con formula piena aveva fatto storcere il naso a tanti.

Dopo la decisione della Corte di Cassazione di annullare la sentenza di assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito nell’ambito del caso dell’omicidio di Meredith Kercher, si apre un’ipotesi particolare: se Amanda venisse condannata alla fine del prossimo processo, potrebbe non tornare in Italia per scontare la sua pena. L’estradizione sarebbe molto difficile. (a sinistra foto di  Amanda Knox, tratta da dossierjournal.com)

La Knox ha seguito le ultime vicende processuali dagli Stati Uniti, ma la sua assenza dall’aula del Tribunale non influisce minimamente sul giudizio, dal momento che è diritto dell’imputato non presentarsi durante le udienze.

Le ipotesi, in caso di una condanna, sono due: o Amanda si consegnerà spontaneamente alla giustizia italiana, oppure dovrà essere il Ministero della Giustizia del nostro Paese a chiedere al Governo americano di catturare e far trasferire la ragazza in Italia.

A questo punto le cose potrebbero farsi molto complicate anche in termini di diplomazia. Ricorderemo come della vicenda della giovane ebbe ad interessarsi personalmente la signora Clinton dimostrando quanto l’ufficio esteri degli USA tenessero all’esito del processo. Ovviamente al momento si tratta esclusivamente di ipotesi. E però evidente che, di solito, gli Stati Uniti sono piuttosto restii a concedere il trasferimento dei cittadini americani in altri Paesi del mondo, nonostante la presenza di un trattato di estradizione del 1983. Quest’ultimo viene infatti spesso ignorato.

Adesso, comunque, si guarda al nuovo processo, che viene riportato alla Corte d’Appello: i due imputati dovranno ricomparire davanti alla giuria, per trovare una soluzione al caso del delitto della ragazza inglese uccisa a Perugia nel novembre del 2007. L’accusa è sempre quella di omicidio volontario. La sentenza di assoluzione di secondo grado non ha più validità. Il nuovo processo ripartirà da Firenze. Le nuove udienze si terranno presso la Corte d’Assise d’Appello del capoluogo della Toscana. Questo perché il Tribunale di Perugia ha una singola sezione d’Appello e per questo motivo tutti i procedimenti che vengono rinviati dalla Cassazione si tengono proprio a Firenze.

Oltre all’annullamento della sentenza, la Cassazione ha respinto il ricorso portato avanti da Amanda contro la condanna a tre anni di carcere per calunnia verso Patrick Lumumba, accusato proprio dalla Knox dell’omicidio di Meredith. Comunque, nonostante la condanna sia considerata definitiva, la giovane ha già scontato la pena.

L’avvocato della famiglia Sollecito, Giulia Bongiorno, ha commentato la decisione della Corte di Cassazione con queste parole: “Sembra una via crucis che deve continuare. Chiederemo che si faccia al più presto questo processo d’appello. Le sentenze comunque vanno sempre rispettate, sia quando ti danno ragione, sia quando ti danno torto, per cui non mi sentirete sbraitare“.

La sentenza della Cassazione, secondo quanto dichiarato dal legale, non è una condanna: “Certo è che la battaglia continua“. Il commento del legale dopo la decisione della Cassazione è molto chiaro. La penalista ha spiegato che bisognerà rifare il processo a 360 gradi: “E allora chiederemo la perizia anche sulle macchie di sangue trovate nella casa del delitto al piano inferiore“.

L’intero discorso effettuato dall’avvocato durante l’udienza del 25 marzo si è basato proprio sulle prove scientifiche: “La scientifica filma la scena del delitto e non viene trovata nessuna prova contro Raffaele: sta di fatto che è stata compiuta una serie infinita di errori. Non vogliamo mettere sul banco degli imputati la Polizia scientifica – ha detto il legale – ma sta di fatto che abbiamo rilevato una serie di errori da parte loro attraverso memorie e consulenze“. (a sinistra, Giulia Bongiorno, foto tratta da style.it)

L’avvocato Francesco Maresca, difensore della famiglia Kercher, ha esultato proclamando vittoria con un gesto del pugno. Ha detto che è una giornata importante per la giustizia italiana, visto che la sentenza di appello faceva acqua da tutte le parti. In riferimento alla sorella di Meredith ha affermato: “Stephanie è contentissima. Cercano di capire cosa succederà, la giustizia italiana è difficile da capire all’estero. Le ho spiegato che faremo un nuovo processo“.

Il legale della famiglia Knox, Luciano Ghirga, ha commentato che la battaglia continua, nonostante la delusione forte. Il procuratore generale Riello si è detto soddisfatto, perché la Corte ha accolto le sue tesi.

I media negli Stati Uniti hanno riservato parecchia attenzione alla vicenda. I siti web dei più importanti giornali e delle televisioni americane hanno riportato la notizia sulla decisione della Cassazione, che prevede un nuovo processo di appello.

Amanda Knox si è definita delusa, perché continuano a non crederle, e il suo legale, Carlo Della Vedova, ha detto che l’Italia potrebbe chiedere la sua estradizione. A quel punto gli Stati Uniti dovrebbero prendere una decisione, anche se le autorità italiane potrebbero accordarsi sulla detenzione di Amanda negli Stati Uniti. L’avvocato ha detto: “Aspettiamo le motivazioni della Cassazione, ma continueremo a difendere Amanda anche in appello. Io sono certo che la verità verrà a galla“.

La stessa Amanda in una nota ha proseguito: “Non importa cosa accadrà, la mia famiglia ed io affronteremo questa continua battaglia legale come abbiamo sempre fatto, fiduciosi nella verità e a testa alta di fronte alle accuse ingiuste e all’irragionevole avversità“. La ragazza sostiene con decisione che la teoria del suo coinvolgimento nella vicenda dell’omicidio sia “completamente infondata e ingiusta”.

Uno degli avvocati di Raffaele Sollecito, Luca Mauri, ha riferito di aver fatto gli auguri al ragazzo, che ieri compie 29 anni, e di averlo tranquillizzato: “Lui pensava che questa storia fosse finita, non deve essere deluso perché è innocente“.

 

 


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