Omicidio De Francesco, 30 anni a Perticari Avrebbe sparato dopo «sgarri» della vittima

Accolta la richiesta della Procura di Messina per l’omicidio di Giuseppe De Francesco. Il giudice Salvatore Mastroeni ha condannato a 30 anni di carcere Adelfio Perticari, colpevole di aver ucciso il 9 aprile dello scorso anno la giovane vittima in un vicolo di via Gerobino Pilli nel rione di Camaro, zona a sud di Messina. L’accusa è stata sostenuta dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco che aveva chiesto il massimo di condanna accusato di omicidio aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose. Il processo si è svolto con rito abbreviato.

A incastrare il killer erano state le telecamere dei negozi della zona che lo avevano immortalato in sella a uno scooter con la mano «poggiata sul fianco come se tenesse una pistola pronta all’uso». L’omicidio si era consumato in una stradina a metà tra una tabaccheria e il bar Oriente, gestito da Perticari insieme al figlio. Qui venero esplosi i colpi di pistola che si rivelarono fatali per il 20enne. I carabinieri riuscirono anche a stabilire con una certa precisione l’orario dell’omicidio collocandolo temporalmente tra le 10.36 e le 10.40 «dato che alle ore 11 De Francesco era già privo di vita presso l’ospedale Piemonte».

In particolare alle 10.36 viene «registrato il passaggio di De Francesco lungo la stessa via in direzione mare-monte (verso il bar di Perticari) seguito da una serie di eventi che consentono di collocare il momento degli spari in questo frangente». Non ci sono le immagini che riprendono Perticari che spara, perché il vicolo dove si è consumato l’omicidio non era coperto da telecamere, ma gli inquirenti segnalarono «un improvviso simultaneo volo di uccelli» nonché i movimenti di una serie di persone che dall’esterno della tabaccheria «guardavano tutti in direzione monte, ove si sarebbe verificata la sparatoria». 

All’origine dell’omicidio ci sarebbero state le condotte che De Francesco aveva adottato negli ultimi mesi nei confronti di persone vicine al suo omicida. Come emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali registrate dopo l’omicidio, De Francesco «sarebbe stato eliminato a causa di una serie di sgarri» e per aver picchiato il figlio di Adelfio Perticari. A rafforzare la tesi, il fatto che quando quest’ultimo era stato accompagnato negli uffici della questura per essere sottoposto a esame stub aveva dichiarato a un poliziotto: «I figli non si toccano».


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