Il pubblico ministero aveva chiesto per Graziano Longo Minnolo la pena di 14 anni per la morte di Giuseppe Giuffrida. Ma il giudice Marina Rizza ha derubricato l'omicidio volontario. I legali della famiglia della vittima annunciano ricorso
Omicidio al Maas, vigilantes condannato a due anni e 6 mesi L’accusa passa da omicidio a eccesso di legittima difesa
È stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione Graziano Longo Minnolo, il vigilantes di 35 anni accusato di aver ferito con un colpo di pistola Giuseppe Antony Giuffrida, 22 anni, morto il giorno dopo. L’omicidio è avvenuto il 4 ottobre 2012 all’interno dei Mercati agro alimentari Sicilia. Il gup Marina Rizza ha derubricato l’accusa da omicidio volontario a eccesso di legittima difesa. Il pubblico ministero Angelo Brugaletta aveva chiesto la condanna a 14 anni. I legali della famiglia di Giuffrida hanno annunciato ricorso.
L’omicidio è avvenuto all’ingresso del Maas ed è stato ripreso dalle immagini del sistema di videosorveglianza. Durante una lite tra Graziano Longo Minnolo e Giuseppe Giuffrida, il primo avrebbe puntato la pistola in dotazione per il servizio di vigilanza esplodendo un colpo all’addome del 22enne, morto il giorno dopo in ospedale.
«Non c’è giustizia, è stato ammazzato per la seconda volta», hanno commentato i familiari di Giuffrida. «Ho dovuto subire la improvvisa perdita di mio figlio – ha detto la madre, Giovanna Mirabella – il bene più prezioso che potessi avere, ho dovuto sopportare che l’assassino di mio figlio scontasse da subito la sua pena agli arresti domiciliari e adesso dovrei accettare che chi ha ammazzato a sangue freddo mio figlio Giuseppe sia punito con una condanna tanto insensata, quanto assurda?». E ha aggiunto: «Non è possibile che il giudice abbia trascurato la prova evidente della volontarietà dell’azione dell’assassino che, ripreso dal sistema di videosorveglianza del Maas, impugnava la pistola verso Antony come se fosse stato il protagonista di un video gioco. Mio figlio – ha concluso – era andato a lavorare, era disarmato eppure è stato colpito a distanza ravvicinata all’addome da un proiettile, sparato da chi oggi è stato condannato a soli due anni e mesi sei di reclusione, il che peraltro, vuol dire che tra non molto tornerà assolutamente libero».