La Corte d’assise di Agrigento, presieduta da Giuseppe Miceli, ha condannato all’ergastolo il 66enne di Favara, Giuseppe Barba, accusato di avere ucciso l’ex genero Salvatore Lupo, 45 anni, freddato a colpi di pistola in un bar il giorno di Ferragosto del 2021.
Barba è stato sospettato fin dal primo momento per via dei contrasti economici legati alla separazione della vittima con la figlia. L’imputato, arrestato nei giorni successi al delitto dai carabinieri coordinati dal maggiore Marco La Rovere, sarebbe stato tradito dalle immagini di un filmato, estratto dalle telecamere di un impianto di videosorveglianza, che immortalava la sua Fiat Panda mentre effettuava un tragitto nella direzione della via IV Novembre, dove, nel bar, era stato commesso l’omicidio dell’imprenditore che gestiva una serie di comunità per disabili e operava nel settore dell’edilizia.
Lupo è stato freddato a colpi di pistola davanti all’ingresso del bagno. Il titolare del bar (finito poi sotto inchiesta) ha negato di avere visto il killer in azione dicendo che, in quel momento, si era abbassato per riempire le vaschette di gelato che Lupo gli aveva chiesto. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Salvatore Pennica, aveva sostenuto che vi fossero altre piste legate ai conflitti maturati in ambito lavorativo della vittima. L’unico familiare a costituirsi parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Daniela Posante, è stato il figlio che sarà risarcito dal nonno. La Corte, che ha confermato l’aggravante della premeditazione ed escluso quella dei futili motivi, ha disposto anche una provvisione di 60mila euro.
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