Con il caldo e gli incendi che hanno monopolizzato l’estate siciliana, e c’è da credere che continueranno a tenere in apprensione autorità e popolazioni locali, la questione rifiuti sembra essere scivolata in secondo piano. In realtà il dato è soltanto apparente, più legato all’agenda mediatica che a ciò che accade nei territori, basti pensare ai costanti problemi in grandi città come Palermo o ciò che è accaduto di recente a Lipari. Con la vicenda Sicula Trasporti che, da mesi, si trascina in uno stallo fatto di annunci su imminenti chiusure e più concrete riduzioni nei quantitativi di spazzatura accettati, poche settimane fa due novità sono arrivate nella vicenda che riguarda Oikos, la società che gestisce la discarica Valanghe d’inverno a ridosso dei comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
Per i meno attenti, l’Oikos è la società della famiglia Proto che, in seguito alla sentenza di primo grado nel processo Terra Mia, si è vista mettere in discussione l’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione nel 2019, a dieci anni dalla precedente e con cui si dava il via libera agli imprenditori mottesi di proseguire nell’abbancamento dei rifiuti. Sull’intero iter, tuttavia, sono calate inevitabilmente le ombre, dopo che sono venuti alla luce i rapporti tra Domenico Proto e il funzionario Gianfranco Cannova, entrambi condannati. Sospetti che hanno spinto il presidente Nello Musumeci a ordinare il riesame dei documenti che hanno portato all’Aia. Ma se su questo fronte tutto sembra pressoché fermo al parere, colmo di criticità, rilasciato dalla commissione tecnico-specialistica della Regione a novembre dello scorso anno, le ultime novità riguardano il fronte della giustizia amministrativa.
Al Tar, infatti, pendono una serie di ricorsi contro il decreto di autorizzazione dell’Aia. A presentarli sono stati i Comuni di Motta e Misterbianco, ma anche le associazioni ambientaliste Zero Waste Sicilia e Legambiente e i comitati che da anni si oppongono alle discariche. Tra i tanti elementi finiti nel mirino c’è la storia di una particella catastale – la numero 131 – ancora oggi circondata da un mistero. Ovvero se fosse dall’origine ricompresa nelle aree per cui è stata chiesta e ottenuta l’autorizzazione o se, invece, in qualche modo sia sfuggita alle valutazioni. Sul punto, Oikos ha ribadito di avere avuto il titolo del terreno, ampio un ettaro, già precedentemente al rilascio della prima Aia anche se poi il contratto di compravendita è stato formalizzato anni dopo. Per cercare di venire a capo di questa matassa, a inizio agosto il Tar ha nominato come consulente il direttore dipartimento di Ingegneria civile dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Quest’ultimo avrà tempo, e la possibilità di delegare a un altro docente della stessa facoltà, fino alla fine di ottobre per depositare una relazione in cui venga chiarito «se l’originaria particella 131 del foglio 12 del Comune di Motta S. Anastasia, sia ricompresa tra quelle che, in tutto o in parte, hanno subito il mutamento di destinazione urbanistica a seguito del Drs n. 221/2009 e se, quindi, sia in esso, e in qual misura, inclusa», ma anche fare «il confronto tra l’area impegnata dalla discarica nella originaria consistenza autorizzata dal predetto Drs con quella di progetto relativa al rinnovo».
Oikos, però, al momento è impegnata anche su un altro fronte legato alla giustizia amministrativa. La società, infatti, nei mesi scorsi ha proposto ricorso contro il provvedimento emesso dal prefetto ad aprile scorso – e in precedenza sollecitato da Musumeci e condiviso dall’Anac – riguardante la nomina di un esperto, in questo caso l’avvocato Giuseppe Massimo Dall’Aira, con le funzioni di sostegno e monitoraggio delle attività dell’impresa. Una misura che è prevista dal codice degli appalti e che riguarda i casi in cui una società è stata coinvolta in vicende corruttive. In merito a ciò, a inizio agosto il Tar si è riunito per esaminare l’istanza con cui sia il Comune di Misterbianco che l’associazione Zero Waste Sicilia hanno lamentato di non essere stati informati sul ricorso di Oikos, chiedendo al contempo di potere accedere al fascicolo elettronico così da potere eventualmente produrre le proprie osservazioni a sostegno della necessità di mantenere l’attività di monitoraggio della società storicamente dei Proto. Il Tar, a riguardo, ha fissato al 14 settembre la camera di consiglio per decidere.
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