In commissione Urbanistica arriva il via libera alle linee guida tanto care all'amministrazione Pogliese. Ma sul valore dei voti dei consiglieri astenuti - tre su sei, uno il «no» - si apre un nuovo fronte fra il centrodestra e le minoranze consiliari
Nuovo Prg, le direttive diventano un caso politico Approvate con due soli voti, offensiva opposizioni
Via libera alle direttive del nuovo Piano regolatore di Catania, o forse no. La commissione Urbanistica, nelle ultime ore, è diventata l’epicentro dello scontro politico al Comune. Con soli due voti favorevoli – i consiglieri del centrodestra Santo Russo e Bartolo Curia – su sei presenti, sono state approvate le linee guida allo strumento urbanistico su cui l’amministrazione Pogliese sta tanto puntato. Ha votato no l’ex grillino Giovanni Grasso, mentre si sono astenuti Graziano Bonaccorsi del M5s e Lanfranco Zappalà e Peppe Gelsomino dall’area Pd.
Un passo di rilevanza contenuta: la vera partita dovrà giocarsi, come naturale, in consiglio comunale ma l’esultanza della maggioranza, palesata ieri dal presidente della commissione Manfredi Zammataro, ha irritato le opposizioni. Innescando la polemica sulle modalità del voto con cui si è giunti al varo delle direttive. Secondo l’ex assessore Salvo Di Salvo, oggi leader del gruppo consiliare #Insiemesipuò, in realtà, «la delibera è stata di fatto bocciata». Troppo pochi i due voti del centrodestra, superati dalla somma di astenuti e contrari. «Zammataro ha dichiarato il falso – spiega l’ex autonomista – su una delibera che, inoltre, andrebbe approfondita valutando il ruolo di porto e aeroporto ed estendendo la visione del Piano almeno ai Comuni in stretta connessione con la città, come Gravina o Sant’Agata Li Battiati».
A stretto giro rincarano la dose i consiglieri del Movimento 5 stelle. «Se la matematica non è un’opinione, nel rispetto della normativa che in questa materia regola la nostra Regione a statuto speciale – scrivono i grillini in un comunicato – è evidente che alle direttive del Prg non poteva essere dato parere favorevole, a meno che non si considerino inesistenti le tre astensioni». A detta del M5s, «ancora una volta emergono la totale confusione e la mancanza di competenze in cui navigano la macchina amministrativa e la maggioranza».
Le opposizioni, dunque, affondano il coltello nel dibattito sul valore che agli astenuti, secondo il regolamento consiliare, andrebbe conferito nell’ambito delle votazioni di una commissione. Controversia che, a quanto pare, avrebbe fatto discutere anche all’interno della burocrazia a Palazzo degli elefanti poiché le norme comunali non contemplano un caso simile. Il consigliere Zammataro – assente da quella seduta per un problema di salute – prova a sgombrare il campo: «Chiaro che la commissione ha espresso parere favorevole, lo confermano gli atti dell’organo supportati dal parere degli uffici», dice a MeridioNews. Le tre astensioni, secondo quanto indicato dalla Direzione della presidenza del consiglio, andrebbero conteggiate solo ai fini della tenuta del numero legale, senza sommarle ai voti favorevoli o contrari. «Quanto da me affermato nell’immediato – rimarca l’esponente di Diventerà bellissima – era aderente e conseguente alla documentazione ufficiale esitata dalla commissione a conclusione della votazione».