Oggi la notizia dell'indagine sui soci dello Studio Torrisi snc: i fratelli Isidoro e Alessandro e la madre Simona Natala Marchese con il sequestro di sei appartamenti. Tra le accuse al professionista vicino al Calcio Catania, l'aver falsificato il testamento del padre
Nuovo guaio per Sigi: indagato il sindaco della società Lo stesso Alessandro Torrisi che avrebbe evaso il fisco
Non c’è pace per la Sigi, quanto meno poco fortunata nella scelta delle figure con ruoli di controllo nella società costituita per l’acquisto, avvenuto pochi mesi fa, del Calcio Catania. Dopo l’arresto a luglio di Antonio Paladino, tra i primi ispiratori della cordata di imprenditori locali impegnati nel salvataggio del club rossazzurro, e di due suoi collaboratori anch’essi impegnati in Sigi, tocca ancora una volta a un commercialista finire nelle maglie della giustizia. Si tratta di Alessandro Torrisi, tra i sindaci di Sigi spa e indagato per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Oggi la guardia di finanza etnea ha sequestrato a lui, al fratello e alla madre sei appartamenti a Catania.
Tutto nasce da un controllo allo Studio Torrisi s.n.c., attività che si occupa di consulenza amministrativa e contabile alle imprese. Le verifiche hanno portato alla contestazione di un debito tributario pari a 19 milioni di euro nei confronti dei soci dello studio. E cioè i fratelli Isidoro e Alessandro Torrisi e la madre Simona Natala Marchese, che portano avanti l’attività di famiglia dopo la morte nel 2014 di Paolo Torrisi, padre e marito degli indagati. In sostanza, per gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria, i Torrisi e Marchese avrebbero dovuto allo Stato imposte maggiori rispetto a quelle effettivamente pagate, raggiungendo la cifra milionaria contestata con sanzioni e interessi.
Dalle indagini, inoltre, è venuto fuori come, scomparso il padre, la famiglia avrebbe dovuto ereditare i sei appartamenti sequestrati, ma un testamento venuto fuori un anno e mezzo dopo la morte di Paolo Torrisi avrebbe manifestato la volontà dello scomparso di lasciare tutto ai nipoti, con conseguente rinuncia volontaria all’eredità da parte di figli e moglie. Un tempismo che non quadra ai finanzieri, convinti che si tratti di un documento falso, utile solo a evitare che i soci dello studio risultassero formalmente in possesso di beni che sarebbero stati aggrediti per la riscossione delle somme dovute al fisco.
Alessandro Torrisi è stato nominato sindaco di Sigi l’11 settembre 2020, venendo quindi chiamato a svolgere funzioni di controllo e vigilanza sull’amministrazione della società. Una passione di famiglia, quella per il calcio, considerato che il fratello Isidoro, anche lui indagato, è già noto nell’ambiente come commercialista di Pietro Lo Monaco – ex amministratore delegato del Calcio Catania – e come ex presidente del Messina. La nuova tegola giudiziaria caduta sul capo di un professionista vicino a Sigi segue di pochi mesi quella di un altro commercialista, Antonio Paladino, allora socio della spa etnea arrestato a luglio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di reati tributari. Insieme a lui sono finiti nei guai anche Giuseppina Licciardello e Renato Balsamo, ai tempi rispettivamente presidente del collegio sindacale e presidente del consiglio d’amministrazione di Sigi.