L'autonomista, ritirato dalla corsa a sindaco per lanciare la volata all'ex assessore regionale, lamenta l'esclusione del suo partito nella distribuzione delle poltrone, nonostante le promesse e gli accordi pre elettorali
A Palermo ci sono nuovi guai nella casa del centrodestra Lentini: «Lagalla tradisce il patto sottoscritto dai partiti»
Nuova puntata e nuovi dissidi nella telenovela del centrodestra alla perenne ricerca di un’unione che poi finisce puntualmente per autosabotare. Questa volta ad alzare la voce è Totò Lentini, autonomista, deputato regionale, ma soprattutto uno dei tanti candidati a sindaco che hanno fatto un passo indietro per spianare la strada alla corsa di Roberto Lagalla verso palazzo delle Aquile. «I patti sono fatti per essere osservati e da quanto apprendiamo dalle dichiarazioni di alcuni giorni fa del sindaco sulla composizione della giunta comunale – spiega Lentini – si viola il patto elettorale sottoscritto da tutti i partiti di centrodestra sull’accordo della candidatura a sindaco del professore».
Patto che prevedeva un assessorato per i partiti della coalizione che avessero raggiunto e superato il 3,5 per cento alla prova delle urne, cosa che le liste portate in dote da Totò Lentini hanno fatto, pur senza accaparrarsi nessun posto in Consiglio. Ma dopo le pretese di Forza Italia, figlie di un ottimo exploit elettorale trainato dai candidati in quota Edy Tamajo, quelle di Fratelli d’Italia, che pur non avendo brillato rivendicano il ruolo di primo partito a sostenere l’ex assessore regionale, e persino della Lega, dilaniata da conflitti interni che si potrebbero mitigare solo se i posti a disposizione per il Carroccio in giunta fossero due anziché uno, pare non ci siano più poltrone disponibili per Lentini e i suoi. «Sappiamo ormai per certo che non sarà così» dicono.
«Lagalla è stato per più di quattro anni assessore regionale proprio grazie alla serietà della coalizione di centrodestra che ha garantito in quel caso il patto pre-elettorale di inserirlo in giunta regionale visto che ha rinunciato alla sua candidatura a presidente della Regione, e non certo per rappresentanza numerica post elettorale avendo eletto solo se stesso con il suo movimento Idea Sicilia – continua Lentini, citando un curioso parallelismo con le ultime Regionali – È singolare che oggi il sindaco avanzi ragionamenti di rappresentanza numerica nel prossimo consiglio comunale, iniziando con il tradimento di un patto pre-elettorale scritto che prevede la presenza di un assessore designato dalla lista Alleanza per Palermo, che ha raggiunto il 4,7 per cento superando abbondantemente la quota fissata nel corso del vertice del centrodestra assieme agli altri partiti che lo hanno sostenuto».
E qui l’immancabile ricaduta delle azioni palermitane sulle prossime elezioni regionali: «Se davvero la nostra esclusione dal governo della città si dovesse realizzare – conclude l’autonomista – ci troveremmo davanti, appunto, a un vero e proprio tradimento contro la coalizione e la credibilità del centrodestra, creando un vulnus insanabile anche in vista delle prossime elezioni regionali e nazionali. Oggi chiediamo l’immediata convocazione da parte del sindaco di una riunione politica con tutti i partiti che lo hanno appoggiato e hanno contribuito alla sua elezione».