Il Tar blocca ferma la nomina dei commissari e il divorzio di Siracusa e Ragusa da Catania con il passaggio dei primi due con Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Da definire i delicati passaggi su immobili e partecipazioni
Nuove Camere commercio, ancora uno stop dai giudici «Nulla è stato previsto per la successione tra gli enti»
Venticinque giorni dopo l’ultimo atto arriva una nuova puntata sulle Camere di commercio in Sicilia. Vicenda che con ogni probabilità non verrà riadattata a serie televisiva ma che riesce comunque a tenere con il fiato sospeso protagonisti, comparse e coloro che osservano interessati l’evolversi della vicenda. Oggetto del contendere resta sempre la separazione degli enti camerali con una partita che interessa il ministero per lo Sviluppo economico, la Regione Siciliana e la Camera di commercio del Sud-Est. Ente che dovrebbe subire un ridimensionamento con la scissione di Ragusa e Siracusa e il passaggio delle due realtà in un ente che conterrebbe anche le province di Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Una nuova geografia resa possibile almeno sulla carta da un emendamento al decreto Ristori-bis presentato dall’ex ministra siracusana del governo Berlusconi Stefania Prestigiacomo con il sostegno di Lega, Pd e M5s, ma che non convince tutti. A partire dal presidente Pietro Agen. In bilico restano anche i due commissari, nominati il 19 gennaio scorso, tramite un decreto firmato dal ministro Giancarlo Giorgetti.
L’ultimo passaggio, ma solo in ordine temporale poiché la vicenda è in continua evoluzione, è quello messo nero su bianco dal tribunale amministrativo regionale che, attraverso una sentenza dopo il ricorso curato dall’avvocato Agatino Cariola, ha nuovamente fermato la nomina dei due professionisti. Sul punto era già intervenuto un decreto a inizio aprile e la decisione del Consiglio di giustizia amministrativa il 12 marzo. «La riorganizzazione- si legge nel documento – nulla ha previsto in ordine alla successione tra gli enti, pur avendo disposto uno scorporo della precedente unica camera di commercio». Una sorta di vuoto che deve essere regolamentato tenendo conto di «cessioni e conferimenti di immobili e partecipazioni».
La giustizia amministrativa era già intervenuta bacchettando ministero e Regione per la mancata istituzione dei nuovi enti nonostante la nomina dei commissari. Nodo che da Roma si era provato a risolvere con l’annullamento in autotutela del decreto del 19 gennaio e la firma di un nuovo documento in cui vennero istituite le Camere e rinominati i commissari. Resta però aperta la questione dei rapporti tra vecchi e nuovi enti e la regolamentazione degli stessi. Uno spacchettamento diventato fondamentale anche nell’ottica della Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania e in cui la vecchia Camera del Sud-Est – nata nel 2015 – detiene ancora il 61,22 per cento delle quote.
E proprio questa mattina si è svolta l’assemblea dei soci della Sac. Eletto all’unanimità la nuova governance dell’aeroporto e approvato il bilancio di esercizio 2021. Dopo tre anni sono stati rinnovati i vertici della società di gestione dello scalo, con una nuova composizione del consiglio di amministrazione che vede la riconferma dell’amministratore delegato, Nico Torrisi, che guida la Sac dall’ottobre 2016. Sono stati eletti anche il nuovo presidente Giovanna Candura, già vice presidente della società e i consiglieri Marco Romano, Maria Elena Scuderi, e Carola Parano. L’assemblea ha anche nominato il collegio sindacale che risulta così composto: presidente Saverio Romano, designato dal ministero dell’Economia, sindaci effettivi Carmelina Volpe e Salvatore Maurizio Dilena, designato dal ministero delle Infrastrutture.