I magistrati di Caltanissetta e di Palermo indagano il figlio dell'ex sindaco per aver indicato in Ugo Zampetti, attuale segretario generale del Quirinale, l'uomo cerniera tra lo Stato e la mafia
Nuove accuse per Ciancimino da due Procure Per rivelazioni sull’identità del signor Franco
Non smette mai di far parlare di sè, anche quando forse preferirebbe che sulla sua persona calasse il silenzio. Torna alla ribalta Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, per alcune dichiarazioni rilasciate negli anni passati. Era il 2012 e Ciancimino junior era al centro dei riflettori per i particolari che andava svelando, ai pubblici ministeri del capoluogo siciliano, sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Al centro delle indagini dei magistrati palermitani e nisseni Ciancimino rivelò a quel tempo una nuova versione sulla presunta identità del signor Franco, il fantomatico 007 che avrebbe tenuto i rapporti tra il padre e le istituzioni, avallando l’accordo con Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose.
Secondo il teste la persona cerniera tra lo Stato e la mafia sarebbe stato Ugo Zampetti, attuale segretario generale del Quirinale. L’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Palermo dopo la querela presentata dallo stesso Zampetti. C’è da chiarire che in ogni caso la circostanza riferita da Ciancimino non è mai stata ritenuta credibile dalle delle due procure siciliane. I pm di Palermo non hanno svolto alcun accertamento dopo quelle dichiarazioni mentre quelli di Caltanissetta hanno depositato il verbale proprio per dimostrare la scarsa attendibilità del figlio dell’ex sindaco, da loro accusato di calunnia.