L'artista francese torna sui suoi passi e restituisce alla città alcuni dei suoi stencil dopo il furto di metà di quelli che l'anno scorso abbellivano le cassette delle lettere della Vucciria. Torna il tema di Caravaggio e tra i banchi del pesce spunta don Vito Corleone. Guarda le foto
Nuova incursione di C215 a Palermo Altre cinque opere nel centro storico
Christian Guémy, l’artista francese meglio noto come C215 a Palermo c’era già stato. I suoi stencil, famosi in tutto il mondo, nel 2015 avevano iniziato ad arricchire i muri della Vucciria e nei pressi di Palazzo dei Normanni. Ben dodici le opere lasciate allora dallo street artist d’oltralpe, quasi tutti ispirati a Caravaggio, con la riproduzione di alcuni dei soggetti delle opere più famose di Michelangelo Merisi, da I bari a Davide e Golia. Sei di quelle opere, tuttavia, quelle impresse non su muri, ma su supporti metallici come il retro di alcune buche per le lettere o sportelli di contatori dell’acqua, sono state presto rubate.
Questa volta C215, nella sua nuova incursione palermitana, ha prediletto i muri, tornando nei luoghi dove era già stato. Così, sull’altra facciata di una delle colonne del porticato di piazza Caracciolo dove l’anno prima aveva disegnato il ritratto di Al Pacino, ecco spuntare don Vito Corleone. La figura del padrino che, di giorno, si perde tra il pesce del banco della pescheria. Torna ancora il tema caravaggesco, ancora una volta con la testa mozzata della Medusa, che l’artista ha voluto lasciare impressa sulla fiancata di un cassone della Rap adibito alla raccolta dei rifiuti, che stazionava nel mercato storico della Vucciria. Da un mercato all’altro, anche il Capo non è stato risparmiato, per un altro soggetto ispirato a Caravaggio, così come accaduto nella zona di via Maqueda.