La consapevolezza di avere tenuto testa ad una diretta concorrente convive con il rammarico per non avere vinto una partita nella quale i rosa hanno creato di più concedendo pochissimo all'avversario. Alla fine del primo tempo Brunori ha fallito un rigore
Non funzionano le ali per potere spiccare il volo Il pari con il Catanzaro lascia l’amaro in bocca
La foto è venuta bene? Dipende dall’inquadratura. Lo 0-0 casalingo maturato nel big-match con il Catanzaro è un risultato positivo? Dipende anche questo dal tipo di inquadratura, dal modo in cui viene regolato l’obiettivo e messa a fuoco l’immagine. La percezione di positività prodotta dalla consapevolezza, peraltro con una difesa priva dello squalificato Lancini, di avere tenuto testa ad una diretta concorrente convive con il rammarico alimentato dagli sviluppi del film della partita. Il Palermo avrebbe potuto tranquillamente conquistare l’intera posta in palio e invece porta a casa solo un punto. Inevitabile associare il pari a reti bianche contro i giallorossi a qualcosa che lascia l’amaro in bocca pensando al fatto che i rosanero hanno concesso pochissimo ad un avversario esperto e strutturato, che hanno avuto le migliori occasioni da gol nell’arco dei 90 minuti e che al tramonto del primo tempo hanno fallito un calcio di rigore (da lui stesso procurato per una spallata dell’ex di turno Rolando) con Brunori.
Steccare dagli undici metri ci sta – già sono due, tuttavia, i penalty sbagliati sui sei già concessi alla compagine di Filippi nelle partite ufficiali di questo avvio stagionale – ma è anche vero che l’errore dal dischetto dell’italo-brasiliano, che ha deciso autonomamente di stravolgere una scaletta predefinita (il rigorista designato era Fella) provando a soddisfare la sua voglia di sbloccarsi anteponendo dunque un interesse personale alle esigenze del collettivo, è anche la fotografia di un Palermo che potenzialmente ha i mezzi per fare cose importanti ma che ancora riesce ad arrivare solo fino ad un certo punto. E’ l’immagine, in altri termini, di una squadra a cui manca ancora qualcosa per il salto di qualità.
E non è difficile individuare il vuoto presente sulla strada che porta alla definitiva consacrazione: manca semplicemente uno che la butti dentro, un giocatore (di solito si tratta di un attaccante) capace dal nulla di inventarsi un gol e decidere partite come quella con il Catanzaro. Se ci fosse stato Lucca? Molto probabilmente avrebbe risolto dei problemi ma il centravanti ceduto in estate al Pisa fa ormai parte del passato. E’ giusto focalizzare l’attenzione sul presente e sugli elementi che compongono il parco attaccanti del Palermo edizione 2021/22 tenendo presente però che Brunori, giocatore ‘bello da vedere’ in virtù di un ottimo tocco di palla e un notevole bagaglio tecnico, non ha il killer-instinct o il fiuto del gol tipici dei bomber di razza. E a causa di questo gap, a prescindere dal rigore fallito, l’ex Juventus Under 23 sostituito al 12′ della ripresa da Soleri non ha lasciato il segno in una sfida dai validi contenuti sia tecnici che agonistici e che in generale si è sviluppata sul filo dell’equilibrio.
La partita, preceduta in tribuna stampa dalla commemorazione del giornalista Vito Maggio scomparso nei giorni scorsi e ricordato con un messaggio di cordoglio anche dal club sulla falsariga di quanto fatto ad esempio con l’ex segretario generale Silvio Palazzotto a proposito di grandi figure recentemente scomparse, ha ribadito tuttavia che i rosanero continuano a muoversi lungo il loro spartito tra note positive (squadra piuttosto corta, compatta e scesa in campo con la giusta grinta) e negative e a macchiare le prestazioni con errori individuali evitabili. Da matita blu, ad esempio, la sbavatura di Fella nei pressi dell’area rosanero in occasione dell’azione culminata al 38’ del primo tempo con una clamorosa traversa colpita da Carlini in seguito ad una respinta centrale di De Rose.
E’ stata, oltretutto, l’unica vera palla gol capitata ad un Catanzaro ordinato ma poco pungente, abile a fare densità in mezzo al campo al cospetto di un Palermo impostato in mediana sulla fisicità con il duo Dall’Oglio-De Rose dato che Luperini ha agito in una posizione più avanzata, in una porzione di campo in cui avrebbe potuto ‘operare’ anche Silipo se Filippi avesse deciso di farlo entrare prima piuttosto che a tre minuti dal termine dell’incontro. Nella seconda parte del secondo tempo il jolly offensivo scuola Roma è stato invocato a più riprese dal pubblico. E’ chiaro che non si tratta di un fuoriclasse e che anche Silipo, a volte, nelle circostanze in cui è stato chiamato in causa ha reso al di sotto delle aspettative ma non puntare sulla qualità di un funambolo in grado con i suoi guizzi sulla trequarti di dare un po’ di verve al fronte d’attacco e scompaginare il piano difensivo dell’avversario obiettivamente è sembrata una forzatura.