Il comitato delle mamme annuncia di sospendere la protesta davanti alla base Usa di contrada Ulmo a Niscemi. Una decisione che arriva qualche giorno dopo la notifica dei due avvisi di garanzia a chi aveva opposto resistenza al passaggio dei militari diretti alla base durante il blocco del 6 marzo scorso. Ma la portavoce specifica: «È solo il momento di attendere per vedere cosa produce l'intervento dei politici»
No Muos, le mamme sospendono i blocchi «Siamo in attesa, non è un passo indietro»
«Attendere non vuol dire arrendersi e il nostro non è affatto un passo indietro». Concetta Gualato, una delle mamme No Muos che assieme alle altre si batte per l’arresto della costruzione del sistema satellitare Usa in contrada Ulmo a Niscemi, spiega così l’annuncio di sospendere i blocchi da parte del loro comitato. «Abbiamo solo deciso di attendere lo sviluppo di alcuni passi che stanno facendo e che è giusto facciano i politici», dice, sottolineando che la loro scelta «non arriva a causa degli avvisi di garanzia» notificati martedì scorso a due delle mamme che hanno partecipato al blocco del 6 marzo.
Finora il Comitato delle Mamme era sembrato una parte intoccabile del Movimento No Muos. Dopo la presa di posizione della Procura di Caltagirone che, su segnalazione della Digos, ha indagato due donne di 32 e 35 anni e annunciato che perseguiranno «penalmente chi intralcia la funzionalità della base americana», le certezze sono saltate. Così come sembra essere saltato laccordo informale raggiunto nei mesi scorsi tra gli attivisti e le forze dellordine di garantire il passaggio dei militari, ma non quello degli operai delle ditte italiane e dei mezzi per il trasporto di carburante e di qualsiasi strumento per il proseguimento dei lavori.
Per le mamme No Muos «questo è il momento di sospendere i blocchi e mettere le carte in chiaro», dice la Gualato. «Il Movimento 5 stelle sta intervenendo e mercoledì aspettiamo la visita del Console americano che viene per parlare e speriamo anche che ci sappia ascoltare», aggiunge la donna che vive proprio sotto le antenne. Ma la sua, specifica, «non è una battaglia personale»: «Il principio non è quello che più vicino vivo, più in prima linea sono. La battaglia – afferma – è per la Sicilia tutta, per l’essere umano, perché il problema è di tutti. Purtroppo, però, si dimentica il buon senso».
Nell’attesa non ci saranno altre forme di protesta, fino a sabato 30 marzo, giorno della manifestazione nazionale No Muos, per cui è prevista la partecipazione migliaia di persone. Siciliani e non solo, pronti a sfilare per circa cinque chilometri lungo la strada provinciale che collega Niscemi e Caltagirone fino allingresso principale della base americana. «E con loro ci saremo anche noi, che non abbiamo intenzione di arrenderci», conclude la Gualato.