Pochi gli studenti universitari presenti al corso "Musiche e Stupefacenti" organizzata dalla Lila di Catania
No alla droga? Meno censure, più parole
Ecco, il 2005 si avvicina: siamo ormai immersi nellevoluzione globale, è tutto così avanti che piano piano si svuota dogni valore.
Linformazione, leducazione, le domande ci sembrano cose da tempo note; eppure cè ancora tanta confusione e tanta ignoranza in giro che nessuna domanda o informazione aggiuntiva risulta banale.
Molti, per esempio, credono che lAids sia un problema solo di alcune persone o di alcune scelte e stili di vita; e invece riguarda tutti, perché è un problema di comportamenti.
Quindi dopo ventanni dalla comparsa del virus Hiv, la Lila continua ad educare, ad informare e a guidare, attraverso idee o iniziative, a mio avviso, valide ed interessanti.
La LILA è unassociazione italiana per la lotta contro lAids. Nata nel 1987, agisce, senza scopi di lucro, sullintero territorio nazionale attraverso le sue sedi locali che intervengono nei quartieri, nelle strade, per informare, prevenire e assistere laddove sia necessario.
I volontari della Lila si occupano anche di ricerche comportamentali, per questo operano soprattutto sui giovani e giovanissimi, nelle scuole e nei luoghi di aggregazione.
In occasione del 1° dicembre (Giornata mondiale della lotta contro lAids), la Lila presenta le sue iniziative: la nuova campagna di prevenzione, il cd-beneficit Rise Against Aids nato dalla collaborazione di vari gruppi come Linea 77, Meganoidi, Tre allegri ragazzi morti e Madaski, e la presentazione di un opuscolo giovanile di prevenzione.
Proprio per questo è stato organizzato lincontro del 20 e 21 dicembre al centro culturale Zo di Catania, ma nonostante il corso di formazione trattasse di stili di vita e consumo di sostanze in relazione al percorso culturale e musicale che lo ha accompagnato, delle 30 persone che riempivano (si fa per dire) il locale, solo 4 eravamo gli studenti di Lingue, solo una apparteneva a Lettere, un paio di Scienze dellEducazione, e poi solo genitori, insegnanti e membri di vari Sert.
Comunque, sorvolando su questo, a mio avviso, increscioso fatto, per quanti volevano ma non hanno potuto cercherò di riassumere gli argomenti trattati.
Dopo una breve introduzione e presentazione del corso, Luciano Nigro, docente di malattie infettive e presidente della Lila di Catania, ci lascia nelle mani di Roberto Pagliara, laureato in Psicologia delle Arti e Roberto De Mauro, tecnico del suono ed esperto di musica, che ci invitano a percorrere con loro il lungo viaggio che ci ha condotto fino agli odierni stili di vita giovanili e alluso sempre più frequente che questi fanno dogni genere di droga.
Siamo partiti dalle esperienze di poeti, artisti e scrittori ottocenteschi con lhashish e loppio prima, eroina e morfina successivamente, passando attraverso I Paradisi Artificiali di Baudelaire o lAlchimia di Paracelsio; dalla scoperta degli alcaloidi al secolo del Proibizionismo (1919-1933) , della criminalizzazione dei giovani jazzisti e della grande campagna terroristica contro la marijuana alla nascita dei primi fenomeni giovani di massa,
la rivoluzione del RocknRoll e le controculture degli anni ’60.
Tutto questo accompagnato da video e ascolti di pezzi che hanno fatto la storia della musica, dai Beatles ai Rolling Stones, dai Pink Floyd a Andy Warhol, al Punk dei Clash o dei Sex Pistols, ovviamente tutti riguardanti luso e labuso di acidi, cocaina e marijuana diffusissime in quellepoca.
Con un lungo salto arriviamo agli anni ’90, passando dai ghetti di Detroit, la vera patria dellHip Hop, per arrivare alla nascita dellEcstacy (la nuova sostanza), e quindi al nuovo mondo musicale: quello dellAcid house, la Techno, lHardcore e Il boom dei rave e degli allucinogeni che ne fanno da contorno.
E finalmente arriviamo ai giorni nostri, gli anni del riciclo e del ristampo di ogni cosa.
Il fine ultimo di questo percorso è stato farci arrivare ad una cultura della moderazione :
perché è inutile vietare, proibire o spaventare i giovani; risulterà più efficace continuare a parlarne senza stupide censure.