Tante discussioni per un nulla di fatto. Ancora una volta complice la tempistica e la scarsa reattività e i tre grandi elettori che voleranno a Roma per l’elezione del presidente della Repubblica saranno tre figure interne alla macchina politica regionale nominate tramite voto dall’Assemblea. Si rivela dunque solo una suggestione quella relativa all’apertura a elementi esterni come la sindaca di Termini Imerese, Maria Terranova, proposta da Claudio Fava, così come il nome ventilato negli ultimi giorni di Giancarlo Cancelleri.
Secondo il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che non si è detto comunque contrario alla novità, non ci sarebbe infatti il tempo per cambiare la consuetudine. Si procederà così al voto, che potrebbe comunque essere un segnale importante per saggiare gli equilibri tra le coalizioni, in particolare tra le fila della maggioranza. Negli occhi di tutti ci sono ancora le vicende del 2015, quando Giovanni Ardizzone, allora presidente dell’Ars, superò di gran lunga nelle preferenze il presidente in carica Rosario Crocetta – che risultò secondo eletto – certificando, in un certo senso, l’ormai insanabile scollatura tra parlamento e presidenza.
Fu compatta invece l’opposizione, che fece rotta sulla figura di Marco Falcone, ora assessore e al tempo capogruppo di Forza Italia tra i banchi di sala d’Ercole. Sarà dunque un test interessante non solo per saggiare la leadership di un Musumeci che insiste con la sua decisione di ricandidarsi per guidare la Sicilia anche nel prossimo mandato, ma anche per Partito democratico e il Movimento 5 Stelle – che giusto oggi ha cambiato capogruppo con Nuccio Di Palma che subentra a Giovanni Di Caro – che dovranno dunque decidere se essere già coalizione e concentrarsi su un unico nome o puntare su candidati diversi.
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