È il 2020. Una Sicilia distrutta, dove tutti gli adulti sono stati sterminati da un virus che risparmia solo i bambini. Per Niccolò Ammaniti, autore romano che ieri sera è stato ospite all’ex monastero dei Benedettini per la rassegna letteraria Leggo. Presente indicativo, organizzata da Radio Lab in collaborazione con Officine culturali e Radio Zammù, era questo lo scenario perfetto per ambientare Anna, la sua ultima fatica pubblicata in 44 Paesi e presentata al pubblico catanese.
«Non è una metafora dei tempi d’oggi – chiarisce subito lo scrittore sentito da Meridionews – ma la storia di un gruppo di ragazzi che si ritrova in una condizione speciale. E la Sicilia mi sembrava il posto più bello per ambientare la storia». Una terra che per Ammaniti rappresenta il centro della cultura. «L’ho girata più volte e conosco un po’ tutte le città, la amo molto e mi piacerebbe trasferirmici prima o poi». Magari proprio a Catania, che è una delle sue città preferite.
«Proprio l’amore per un luogo – spiega parlando dell’origine del suo romanzo – fa sì che a un certo punto la storia ci si formi sopra». Il riferimento alla realtà, seppur non determini il punto focale del romanzo, è comunque innegabile. «È ovvio che la Sicilia ha problemi di tutti i tipi – dice l’autore romano – e il degrado che c’è qualche volta ti colpisce così tanto a livello visivo che non può non ispirare quello che si scrive».
L’appuntamento nell’auditorium Giancarlo De Carlo – che per l’occasione si è riempito lasciando poco spazio ai ritardatari – è stato moderato da Giuseppe Lorenti, speaker di Radio Lab e direttore artistico della rassegna, e da Francesco Mannino, presidente di Officine Culturali. Le letture di alcuni passi del romanzo sono state affidate alla voce dell’attrice Lorenza Denaro, mentre della parte acustica si è occupato Dario Aiello Nutype.
Il modo in cui i giovani – che affollano la sala in attesa che inizi l’incontro – si approcciano alla cultura è molto particolare. Risulta «difficile» agli occhi di Annamiti, soprattutto in un momento «dove ci sono dei mezzi più pervicaci che possono distrarre dalla cultura». Ma i suoi libri, per fortuna, riescono a raggiungere anche le scuole, dove vengono letti da tanti studenti. «Può essere un gradino buono per cominciare una ricerca – commenta Ammanati – una mossa necessaria in questo momento in cui si sta perdendo l’adesione con la cultura, ma soprattutto con la letteratura».
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