Rodolfo Materia, presidente facente funzioni della sezione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, invia una lettera di smentita al giornale "La Sicilia": nessun GIP ha dato l'ok alla comunicazione con l'esterno del detenuto
“Nessuna autorizzazione alla lettera di Santapaola”
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MAFIA: INVIO LETTERA SANTAPAOLA JR AUTORIZZATO DA GIP
(ANSA) – PALERMO, 11 OTT – La lettera scritta da Vincenzo
Santapaola, figlio del boss catanese Nitto, pubblicata giovedi’
scorso dal quotidiano ”La Sicilia”, e’ stata spedita piu’ di
un mese fa dal carcere in cui il detenuto si trova. La missiva
era indirizzata alla sorella, che vi avrebbe apportato alcune
correzioni. La lettera e’ poi stata consegnata ai legali di
Santapaola che l’hanno inoltrata al giornale. Il retroscena
emerge dall’indagine avviata dal Dipartimento
dell’amministrazione penitenziaria che ha ricostruito i vari
passaggi dello scritto, la cui pubblicazione ha sollevato
numerose polemiche.
La lettera di Santapaola era stata bloccata, come da
procedura per chi e’ sottoposto al carcere duro previsto dal 41
bis, da parte dell’ufficio censura del carcere. A ”sbloccarla”
e’ stato il gip Laura Benanti, del tribunale di Catania, che ha
permesso in questo modo l’uscita dal carcere della lettera
inviata alla figlia del capomafia catanese, che e’ all’ergastolo
anche per essere il mandante dell’uccisione del giornalista
Giuseppe Fava.(ANSA).
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Quello sopra è il testo dell’agenzia Ansa dell’11 ottobre scorso in cui si dava notizia dell’autorizzazione del GIP Laura Benanti alla missiva indirizzata da Vincenzo Santapaola alla sorella.
Stamattina a pagina 33 del giornale che aveva pubblicato il 9 ottobre la lettera del detenuto al 41 bis, si legge la smentita di Rodolfo Materia, capo dell’ufficio Gip del Tribunale di Catania: nessun membro dell’ufficio ha autorizzato la comunicazione”.
Ecco il testo della lettera e la replica de La Sicilia:
«Lo scorso 9 ottobre è stata pubblicata sul quotidiano “La Sicilia” una lettera fatta pervenire dal detenuto Santapaola Vincenzo, sottoposto al regime carcerario speciale di cui all’art. 41 bis O.P.
La notizia che di per sé ha creato sconcerto nell’opinione pubblica è diventata ancora più inquietante quando il successivo 12 ottobre è stato pubblicato un altro articolo che spiegava come detta lettera fosse uscita dal carcere.
Già il titolo anticipava: “Autorizzato dal Gip l’invio della lettere di Santapaola junior”, seguivano, poi, più specifiche indicazioni con ulteriori precisazioni che “i passaggi (erano stati) ricostruiti dal Dap”, avvalorando, in tal modo la veridicità della notizia.
Poiché questa ricostruzione dei fatti non risponde a verità, invito ai sensi dell’art. 8 della legge sulla stampa a pubblicare la presente rettifica volta a ripristinare la verità dei fatti.
Nessuno dei Magistrati del mio Ufficio, succedutisi nella trattazione del processo a carico di Santapaola Vincenzo, ha mai autorizzato l’invio di qualsiasi missiva del predetto Santapaola, destinata, seppur indirettamente, agli organi di stampa.
Pertanto, la notizia così come pubblicata risulta gravemente lesiva della dignità e professionalità dei Magistrati dell’Ufficio Gip di Catania, i quali con tanto senso di responsabilità operano quotidianamente al servizio della Giustizia».
Ecco la risposta, non propriamente esaustiva, della Sicilia:
L’articolo da noi pubblicato il 12 ottobre riproduceva un testo diffuso dall’agenzia Ansa il pomeriggio del giorno precedente.