Era sul suo autobus nella
linea 932 – che da piazza della Repubblica passa per viale Mario Rapisardi, Nesima, Monte Po – quando verso corso Indipendenza, all’altezza del supermercato Lidl, l’autista è stato raggiunto da una bottiglia di vetro alla testa. Un colpo secco che gli ha provocato un lieve trauma e il ricovero in ospedale ma che, fortunatamente, non ha messo a repentaglio la vita delle persone a bordo del mezzo. «Mi hanno raccontato che l’impatto ha fatto perdere i sensi al conducente – racconta a MeridioNews l’ex presidente di Amt Puccio La Rosa – Questo purtroppo è solo l’ultimo dei troppi episodi di violenza che accadono sulle tratte urbane, ed è evidente che c’è un problema. Anche se non ho più ruoli dirigenziali all’interno dell’azienda sono vicino con il cuore al personale viaggiante e a tutti i cittadini che prendono i mezzi e auspico che ci sia un intervento forte da parte della autorità preposte».
A spiegare meglio i dettagli della vicenda è
Giuseppe Cottone, segretario provinciale del sindacato Fast-Confsal, che parla di «allarme sicurezza» nelle linee che passano dai quartieri periferici di Catania. «L’oggetto ha provocato un trauma e un enorme ematoma al nostro collega, che è finito al Pronto soccorso, dove gli hanno fatto una Tac e dato una prognosi di qualche giorno – spiega il sindacalista – Siamo purtroppo in balia di quattro sciacalli che girano sui mezzi e non fanno altro che inveire contro coloro che, invece, sono lì per guadagnarsi da vivere». Il rappresentante chiarisce inoltre che, proprio per le continue aggressioni, Amt avrebbe deciso di sopprimere le corse serali della linea 726 che va a San Giovanni Galermo. «In quella zona sono state bloccate le corse dalle 21.30 in poi, soprattutto per quello che accade ogni fine settimana – aggiunge Cottone – ma il problema non è solo lì. Ci sono molte linee calde, che l’amministrazione e l’azienda devono controllare con attenzione». Anche per questo motivo, la sigla indipendente ha proclamato uno sciopero per giorno 7 aprile, al fine di sensibilizzare le istituzioni. «Gli autisti hanno paura ad andare a lavorare, non si sentono tutelati da nessuno – conclude – Chiediamo soluzioni, come per esempio la presenza di personale di polizia fisso, altrimenti qualche giorno temo si passerà un brutto quarto d’ora».
Da parte della dirigenza, invece, il presidente
Carlo Lungaro esprime solidarietà al lavoratore ferito e si mette a disposizione per eventuali azioni di tipo legale. «Tutta l’azienda ha da subito manifestato la massima vicinanza al dipendente coinvolto in questo bruttissimo caso – dichiara Lungaro a MeridioNews – Metteremo a disposizione i nostri avvocati qualora si volesse agire in sede processuale». Proprio per questi fatti, aggiunge il presidente, «abbiamo sospeso le corse notturne in alcune zone e abbiamo avvertito le autorità. Tuttavia, da soli, noi non siamo in condizioni di difenderci, non possiamo fare molto». Anche secondo Lungaro, una soluzione plausibile, potrebbe essere quella di assegnare agenti delle forze dell’ordine in alcuni percorsi più a rischio. «Ogni tanto bisognerebbe fare delle imboscate in borghese o in divisa – conclude il dirigente – sarebbe un segnale, per fare che capire che sull’autobus c’è la presenza dello Stato».
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