Sono state 829 le dosi inoculate nelle 24 parrocchie di tutta la provincia. Poche rispetto alla popolazione attesa. Nella chiesa di Aci Catena, che accoglieva i cittadini provenienti da cinque Comuni, si sono vaccinate 60 persone
Nelle parrocchie catanesi stenta la campagna vaccinale Don Carmelo Sciuto: «Si aspettavano più adesioni»
Oggi, dalle otto del mattino fino alle 19, 300 parrocchie di tutta la Sicilia hanno messo i loro locali a disposizione per la vaccinazione anti-Covid. L’iniziativa è arrivata dopo un protocollo firmato tra il presidente Nello Musumeci e l’arcivescovo di Catania, nonché il presidente della Conferenza episcopale siciliana, Salvatore Gristina. Nelle 24 parrocchie disponibili in provincia di Catania, secondo i dati comunicati dall’azienda sanitaria provinciale, sono state inoculate 829 dosi di vaccino Astrazenca. Le Asp hanno messo a disposizione di ogni parrocchia un medico, un infermiere e un funzionario amministrativo. Dal canto loro, i parroci hanno collaborato insieme ai volontari. Per poter essere un centro vaccinale ogni parrocchia doveva contare un minimo di 50 richiedenti. Che, dopo aver dato la loro disponibilità nei giorni precedenti, oggi dovevano presentarsi con la tessera sanitaria e il codice fiscale. Molte chiese non hanno raggiunto il numero necessario, così si sono dovute accorpare ad altre.
Una campagna vaccinale anti-Covid nelle 18 diocesi dell’isola che inizialmente era rivolta alla fascia di età che va da 69 ai 79 anni ma, nel corso della giornata, il dirigente regionale Mario La Rocca ha emesso un provvedimento per estendere la possibilità anche ai soggetti che vanno dai 65 ai 69 anni, per evitare che molte dosi andassero perdute. Inoltre, il termine delle vaccinazioni, originariamente fissato per le 18.30, è stato posticipato di mezz’ora. Un passaggio presumibilmente indicativo di come il rischio che le fiale previste non venissero utilizzate si facesse sempre più concreto. E se il presidente della regione Musumeci – che detiene la delega alla Sanità dopo le dimissioni dell’ormai ex assessore Ruggero Razza a seguito dell‘inchiesta a suo carico – ha definito questa iniziativa «unica in Italia, che al valore pratico aggiunge quello etico per quei cittadini che decidono di vaccinarsi durante le celebrazioni del venerdì santo», nelle diocesi di Catania e ad Acireale le adesioni non sarebbero andate come ci si aspettava.
Indicativo è ciò che successo nella parrocchia di parrocchia Maria santissima della Catena. La comunità di Aci Catena ha aderito all’iniziativa contando il minimo delle 50 prenotazioni nel giro di pochi giorni. Il parroco don Carmelo Sciuto, oltre ai residenti, nel Centro della Gioventù di via Aldo Moro, dove sono stati messi a disposizione i locali ha ricevuto anche i prenotati delle vicine città etnee di Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Aci Castello e Valverde. Tuttavia, su un totale di 100 iscritti, i vaccinati sono stati 60. «Alla fine a confermare sono stati in 70 – fa notare Sciuto a MeridioNews – Di questi, 10 non sono stati ritenuti idonei: alcuni non si sono presentati, altri sono stati rimandati dopo la visita medica per l’anamnesi, perché considerati vulnerabili. Un’iniziativa di cui siamo orgogliosi: tutto è proceduto per il meglio e ringraziamo l’Asp. C’è da dire – fa notare il parroco – Che su cinque Comuni ci aspettavamo un po’ gente in più. Qualcuno, forse, avrà avuto perplessità del vaccino AstraZeneca. Speriamo in altre occasioni come quella di oggi: saremo contenti e di ricevere ancora più gente».
Nonostante le previsioni non realizzate, dagli uffici dell’arcidiocesi di Catania si sono detti soddisfatti della giornata di vaccinazione e dei numeri che si sono registrati, considerando pure il periodo di festività. L’obiettivo – secondo la chiesa catanese – era quello di sensibilizzare la popolazione alla vaccinazione.