Sono dispersi, ma le speranze di ritrovarli vivi si sono affievolite subito. All'appello delle vittime del naufragio avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 ottobre mancano ancora un bambino di otto mesi, uno di due anni e due adolescenti
Naufragio Lampedusa, continua la ricerca dei corpi Un robot subacqueo tenterà di individuare il relitto
Le ricerche dei dispersi sono ancora in corso. Continuano via aria (un aereo della guardia costiera e un elicottero della guardia di finanza) e via mare. Le motovedette pattugliano la zona in cui, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, si è inabissato un barchino a largo di Lampedusa. Una cinquantina le persone a bordo e 22 quelle sopravvissute. All’appello mancano ancora un bambino di otto mesi, un altro di due anni e due adolescenti.
In giornata, nella speranza che possa servire a qualcosa, verrà inviato nell’area di ricerca anche del personale specializzato dei nuclei subacquei. Con loro ci sarà un robot capace di stare sott’acqua e controllato da remoto, con il quale sarà tentata una ispezione del fondale al fine di individuare e controllare il relitto. A coordinare le operazioni sono gli uomini della guardia costiera di Palermo.
In totale, fino a questo momento, i corpi dei migranti recuperati sono nove. Due il mare li ha restituiti subiti, per gli altri sette è stato necessario attendere la luce del giorno. Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella ieri, commentando il naufragio, ha detto: «A bordo erano tutti senza salvagente, se lo avessero avuto ora sarebbero tutti salvi». In ogni caso, secondo il magistrato, «quella barca non era in condizioni di attraversare il mare».