Crocetta aveva minacciato le "dimissioni". I deputati l'hanno preso in parola: tanto in parola che se ne sono fregati e hanno rimandato il disegno di legge in commissione bilancio
Mutuo da quasi un miliardo di euro: all’Ars è già ‘bordello’
CROCETTA AVEVA MINACCIATO LE “DIMISSIONI”. I DEPUTATI L’HANNO PRESO IN PAROLA: TANTO IN PAROLA CHE SE NE SONO FREGATI E HANNO RIMANDATO IL DISEGNO DI LEGGE IN COMMISSIONE BILANCIO
L’inizio è stato disastroso. Il presidente Rosario Crocetta, oggi, poco prima dell’inizio dei lavori di Sala d’Ercole, aveva mandato a dire ai deputati, soprattutto a quelli della sua parte: “Non facciamo scherzi sul mutuo perché mi dimetto”. Per tutta risposta è arrivata la prima ‘inchiummata’: in Aula il Governo non c’era e c’erano pochi deputati della maggioranza. Santi Formica, Lista Musumeci, ha proposto il rinvio del mutuo ‘ascaro’ in Commissione Bilancio. Proposta accettata tra i sorrisi di soddisfazione di tutti.
I più soddisfatti sembrano i parlamentari della cosiddetta maggioranza. Soprattutto quelli del PD. Ed anche logico: a Palazzo d’Orleans è in corso il vertice tra Crocetta e il PD. Il Partito Democratico chiede l’azzeramento della Giunta. Crocetta dive no. Da qui il ‘bordello’. Che si è trasferito in Aula.
Crocetta non può mollare. Potrebbe ampliare il rimpasto – azzeramento della Giunta mai – solo in caso di candidatura ed elezione di Giuseppe Lumia nella lista del PD alle imminenti europee. Ma, come raccontiamo in altra parte del giornale, il PD non può garantire l’elezione di Lumia, che non sembra molto amato dalla base del Partito.
Insomma: Lumia vorrebbe andare in Paradiso a dispetto dei Santi: e questo è impossibile. Ma lui non se ne fa una ragione. E comanda a Crocetta di bloccare il rimpasto. Mentre il PD, per tutta risposta, non si oppone a chi, in Aula, temporeggia sul mutuo.
Mutuo che sconta anche problemi tecnici. Ormai la tesi dell’assessore all’Economia, Luca Bianchi, di ‘inchiummare’ i siciliani con la maggiorazione di Irpef e Irap è tramontata. E trionfa la demagogia.
C’è chi vorrebbe pagare il mutuo con i tagli delle pensioni d’oro. O di altri sprechi. Minchiate. Perché i soldi eventualmente ricavati non basterebbero a pagare quasi un miliardo di euro di mutuo.
Anche i discorsi di Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, lasciano il tempo che trovano. Perché non ci sono, non ci possono essere, per entità, tagli di sprechi che potrebbero essere utilizzati per pagare il mutuo.
La verità, nuda e cruda, è che la Regione per pagare i debiti, si dovrebbe ulteriormente indebitare. E questo è una follia. Che, peraltro, si riproporrebbe, quasi tale e quale, il prossimo anno. Che dovrebbe fare, il prossimo anno, la Regione siciliana? Un altro mutuo?
Sono discorsi che, non a caso, sono stati fuori da un assessore non siciliano. Al quale poco o nulla importa di quello che succederà il prossimo anno.
Semmai bisognerebbe mettere in discussione il Fiscal Compact: ovvero il trattato internazionale che impone al nostro Paese di versare, ogni anno per vent’anni, 50 miliardi di euro all’Unione europea. E’ per questo che la Regione siciliana, lo scorso anno, ha versato allo Stato 915 milioni di euro. Ed è sempre per questo che quest’anno lo Stato si è trattenuto un altro miliardo di euro.
La Sicilia non è di certo una Regione virtuosa. Ma a far saltare i conti della nostra Isola è stato il Fiscal Compact. E’ di questo che si dovrebbe parlare. Ma il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri, calava la testa alla signora Angela Merkel che chiedeva il “rigoroso rispetto del Fiscal Compact”: parole riportate da tutti i Tg. Insomma a Roma siamo nelle mani di nessuno.
I problemi sono questi. Il resto sono fesserie. Mentre il mutuo da quasi un miliardo di euro, in questo scenario (alla luce del prelievo di un altro miliardo il prossimo anno dai conti della Regione da parte dello Stato) è pura follia.