I parlamentari regionali predicano prudenza e sottolineano la necessità di instaurare un dialogo col governo di Roma. Ma ai forzisti alla Camera e al Senato non è andata giù la presenza del governatore sul palco leghista. «Non ci serve la Lega al Centro-Sud», dice Scoma
Musumeci a Pontida, acque agitate in Forza Italia Deputati all’Ars lo difendono, nazionali lo attaccano
Qualcuno storce il naso, altri preferiscono guardare ilbicchiere mezzo pieno. Di certo non è rimasta indifferente a nessuno degli alleati di Nello Musumeci alla Regione la partecipazione del governatore al raduno leghista di Pontida. Ma i mal di pancia dapprima raccolti sui social dal luogotenente di Berlusconi in Sicilia, Gianfranco Micciché, si sono poi ridimensionati e in molti adesso preferiscono vedere nella presenza di Musumeci a Pontida il tentativo di instaurare «un dialogo necessario con questo governo».
È così per la deputata Udc Eleonora Lo Curto, che insiste sul fatto che «un rapporto istituzionale con chi governa vada mantenuto», nonostante riconosca che non si trattava di un appuntamento istituzionale. «Pontida – aggiunge – è un appuntamento leghista. Però siccome è evidente che questo governo sia a trazione leghista, è con loro che un governatore deve instaurare un dialogo per fare il bene della propria terra».
Anche da Fratelli d’Italia, Gaetano Galvagno approva la scelta di Musumeci di accettare l’invito di Salvini: «Il presidente – dice – è sempre stato un sicilianista e il suo discorso andava proprio in quella direzione, fare gli interessi della Sicilia anche a Pontida». Parla di presenza istituzionale anche Marianna Caronia (deputata forzista in rotta coi vertici, iscritta al Gruppo Misto e che potrebbe approdare proprio alla Lega), secondo cui la lettura giusta «è quella di un interesse nei confronti del Sud da parte di Musumeci, non di un’adesione politica alla Lega. Anche perché questo è l’unico quadro di riferimento che c’è a livello nazionale, la Lega è l’unico interlocutore di destra che abbiamo e la Sicilia non può più aspettare, bisogna aprire un ragionamento serio perché la Regione deve rinegoziare diverse trattative aperte sui conti pubblici, di cui nessuno si è occupato negli ultimi anni. Per cui un’interlocuzione è indispensabile». «Non sono preoccupata – aggiunge Caronia – ci fossero stati vertici politici tra Diventerà Bellissima e la Lega, commenterei quello. Ma ad oggi piuttosto che guardare a posizioni politiche individuali, preferisco guardare all’aspetto istituzionale. Poi personalmente non nascondo che mi auguro che sia soltanto quello».
Favorevole all’intervento di Musumeci anche il giovanissimo deputato forzista Luigi Genovese (figlio di Francantonio Genovese, ndr), secondo cui il governatore «ha fatto la mossa giusta. La maggioranza all’Ars è risicata – ammette ancora, rispondendo a domanda – è chiaro che Musumeci deve provare a dialogare con tutti, non ci possiamo fermare ai nostri numeri». Genovese jr non nasconde che vedrebbe positivamente anche un’interlocuzione coi Cinque Stelle, secondo lo schema già collaudato a Roma: «Fermo restando che se dicessi che li considero tutti validi sarei un ipocrita, penso che ci siano molte più persone in gamba e perbene di quante pensassi».
Insomma, dalla Regione si dicono tutti disposti a un’apertura di credito nei confronti dell’operazione di avvicinamento tra Musumeci e Salvini, nonostante tra l’elettorato moderato di destra ci sia più di qualche dubbio, anche in virtù delle passate esperienze. Il deputato nazionale di Forza Italia Michele Mancuso, che in un comunicato nei giorni di Pontida aveva manifestato le proprie perplessità, raddrizza il tiro: «Il mio riferimento – dice a MeridioNews – era a tutela di un comparto, quello agricolo, che in Sicilia è in ginocchio. Per questo penso che più che alimentare comizi sulla chiusura dei porti, sia necessario aprirli alle vite umane e chiuderli invece alle merci che alterano il nostro mercato. Se poi Musumeci ha deciso di andare a Pontida, noi non possiamo criticare. Ma le emergenze in Sicilia sono altre».
Ad ammettere invece un velo di preoccupazione è il deputato nazionale Francesco Scoma, alla luce del ribaltone già avvenuto nel recente passato con Raffaele Lombardo, che mise i forzisti alla porta per saldare invece l’alleanza col Partito Democratico. «Lascia perplessi – ammette – una scelta così eclatante in un momento in cui alla Regione si governa con Forza Italia con una piccolissima partecipazione da parte della Lega, che non ha nemmeno assessori in giunta. Quale sia la proiezione di Musumeci sinceramente non lo so, sembrerebbe che stia tentando un’alleanza per le Europee. Certo, ci può anche stare perché la Lega alle amministrative a Catania ha preso il 2 per cento e anche il presidente, che ha un suo partito, non è andato al di là del 5 per cento. Non mi sembra un risultato vincente».
E poi ecco, sotto la cenere della cautela, risvegliare i recenti mal di pancia non ancora assorbiti: «Alle ultime politiche non ho visto né il presidente, né i suoi assessori impegnati in campagna elettorale. Da Napoli in giù Forza Italia è presente in maniera determinante, sinceramente al Centro-Sud non sentiamo la mancanza della Lega. Anche l’ipotesi di un partito unico ci vede contrari, siamo convinti di voler mantenere la nostra identità». Insomma, secondo Scoma l’intervento a Pontida sarebbe da etichettare come «un presenzialismo inutile, che non approvo. Come non approvo quello di Giovanni Toti (governatore della Liguria, ndr), ma lui è sempre stato più orientato su posizioni leghiste. Da Musumeci me lo aspettavo meno». Voci insistenti parlano della costituzione di un nuovo gruppo della Lega all’Ars dopo l’estate? «La Lega ha un solo eletto in Assemblea. Sarebbe un’ipotesi che cambierebbe la geografia politica del parlamento in Sicilia. Ma ne parleremo quando e se questa ipotesi si verificherà».