Francesco Guccini sul palco del Palacatania nel giorno della Liberazione: non può essere una casualità
Musica e Poesia con Guccini
Alle ore 21.45 Francesco Guccini si presenta sul palco accolto da un ovazione quasi senza fine.
Dopo una lunga serie di ringraziamenti, con il suo fare scherzoso e sarcastico parte con un discorso sul ponte sullo stretto, poi continua col narrare una storiella di un fagiolo tesa a deridere e schernire il presidente del consiglio Berlusconi .accennando, per ultimo, anche alla fame sofferta in Africa.
Come ci ha sempre abituato le sue sono parole si sinistra (come direbbe Nanni Moretti) ..faziose
ma tanto semplici quanto forti da non poter suscitare altro che un prolungatissimo applauso.
Ottimo l’accompagnamento che prevedeva chitarra, basso, percussioni, saxofono, piano e armonica.
In poco più di due ore di esibizione Guccini presenta molti dei brani dell’ultimo album ed infiamma il pubblico con le vecchie canzoni che lo hanno reso “immortale”.
L’inizio e la fine del concerto sono stati i momenti migliori e di maggiore coinvolgimento, momenti in cui tutti i presenti si lasciavano andare cantando ogni singola parola dei brani, quei momenti in cui Guccini ha riproposto le sue vecchie ma attualissime canzoni: “Canzone per una amica” , “Il vecchio e il bambino” , “Farewell” , “Autogrill” , “Cyrano” , “Auschwitz” , “Dio e morto” e “La locomotiva”.
La chiusura del live è stata affidata alle parole del brano “La locomotiva”, “ e che ci giunga un giorno ancora la notizia di una locomotiva/ come una cosa viva lanciata a bomba contro l’ingiustizia” ..con queste parole si è concluso il concerto con la speranza di rivederne un altro prima della costruzione del ponte