Lungs, polmoni in italiano, è lalbum desordio di Florence and the machine, e porta una ventata di aria fresca e di energia negli ambienti dell'indie rock internazionale
Musica a pieni polmoni
Nel 2009 si è parlato molto di Lily Allen, Katy Perry, delle malefatte di Amy Winehouse e della balbuziente musica di Lady Gaga. Ma il 2010 porta alla ribalta una band fuori dal comune nell’ambiente indie rock europeo, band che sembra essere destinata a fare bene: Florence Welch e i suoi The machine.
Con “Lungs”, album d’esordio uscito a luglio in Gran Bretagna, i Florence and The Machine citano poco quelle atmosfere rock e brit che diversi gruppi londinesi hanno ultimamente offerto al pubblico, e si dedicano ad una veduta musicale molto più ampia, ariosa e primaverile, senza nessuna pretesa di risultare né troppo seri né sfacciatamente allegri.
Florence Welch è un’ottima interprete e ha una voce fortemente riconoscibile, con dei caratteristici colori soul che donano ai pezzi calore inaspettato. Le musiche sembrano studiate per mettere in risalto le sfumature di questa voce che fa della Welch l’assoluta protagonista del disco, e rende possibili paragoni, in quanto a potenza e chiarezza, con Annie Lennox o Fiona Apple.
Ad un primo impatto l’album può rivelare un sapore pop e facilmente fruibile, ma un ascolto più attento svela l’alta inclinazione all’indie rock, per ritmi sostenuti e innovazioni vocali. Con queste caratteristiche, “Lungs” si presenta come un contenitore di novità stilistiche non indifferenti, che di certo non passano inosservate e ne fanno un grande disco. Leggero, orecchiabile e, allo stesso tempo, umano e coinvolgente, è stato realizzato in una Sinagoga dismessa, con l’aiuto di due tra i produttori più ricercati del momento, ovvero James Ford (già al lavoro per Klaxons e Arctic Monkeys) e Paul Epworth (Bloc Party), senza dimenticare la collaborazione, in fase di scrittura, di Lightspeed Champion, geniale autore della musica britannica di questi anni.
Un album pieno di una carica che si esprime in una musicalità travolgente. Da “Dog days are over” , primo singolo e pezzo di apertura, si riconoscono immediatamente le qualità sonore di tutti gli strumenti, con una batteria che invita a ballare. Attenzione anche ai video: “Rabbit Heart”, infatti, ha un impatto d’immagine molto forte. Una visione quasi onirica che spinge chi ascolta il pezzo a esserne totalmente coinvolto. L’album, nel suo scorrere, fa accrescere la curiosità per il pezzo successivo. E un “difetto” dell’album è proprio questo: non inciampa mai. Notevoli il testo di “Cosmic Love” e il ritmo di “Drumming Song” che hanno portato l’album alla quinta posizione della classifica dei più venduti del 2009, in Uk. Pezzo di chiusura e ultimo singolo, “You got the love” trasmette l’amore di questa fantastica voce femminile per la sua musica ma anche la grandissima energia della band che, grazie alle performance dal vivo, ha vinto il premio come miglior gruppo live inglese del 2009. Per il momento, l’unica data per ascoltare i Florence and the machine in Italia è il 9 marzo, a Bologna. Sicuramente da non perdere.