«Il Muos non è un impianto che desta preoccupazione». Parola dell'assessore all'Ambiente Mariella Lo Bello, alla luce del via libera dell'Istituto superiore di sanità. Cadono dunque le motivazioni che avevano portato la Regione a revocare le autorizzazioni. Ma i cittadini annunciano nuove proteste. Da ieri l'aula consiliare del Comune nisseno è occupata e le mamme No Muos hanno chiesto le dimissioni del governatore Crocetta. E i legali annunciano: «Ci sono tutti i presupposti per lillegittimità della revoca della revoca. Giuridici oltre che politici»
Muos, via libera ai lavori di completamento L’assessore: «Non ci sono più vincoli»
«Oggi non ci sono più vincoli», il Muos potrà essere costruito a Niscemi. La conferma viene dalla voce dell’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello, che a CTzen spiega le motivazioni che stanno alla base della nota inviata ieri al ministero della Difesa, con la quale il governatore siciliano Rosario Crocetta revoca le azioni restrittive imposte sui lavori in corso nella base militare di contrada Ulmo. A far pendere definitivamente il piatto della bilancia dal lato statunitense è la relazione dell’Istituto superiore di sanità, che conferma l’assenza di rischi per gli abitanti del Comune nisseno. L’assessore, per illustrare i motivi che hanno portato alla decisione, ripercorre l’operato del governo del quale fa parte.
«Avevamo visto alcune lacune nelle autorizzazioni rilasciate in precedenza, ossia la mancanza di uno studio sull’impatto sulla salute degli abitanti di Niscemi. Quindi abbiamo convocato il massimo organo competente in materia». Nel frattempo le grandi parabole sono rimaste a terra con grande dispendio economico per le casse di Washington, come hanno sottolineato membri della marina Usa. I tecnici dell’Iss che hanno lavorato alla relazione, attesa per il 30 maggio, hanno inviato i documenti solo qualche giorno fa, non senza polemiche per alcune anticipazioni che secondo uno degli esperti convocati, il docente del politecnico di Torino Massimo Zucchetti, non avrebbero tenuto conto di alcuni documenti aggiuntivi allegati. «Il giudizio finale è che non è un impianto che desta preoccupazione», afferma l’assessore Lo Bello.
«Avevamo consapevolezza che, mancando questo studio, l’iter non era completo. Oggi – continua la responsabile – siamo in presenza di un pezzo che ricompone l’intero quadro». Per questo motivo, da stamattina i lavori all’interno della struttura militare Usa possono riprendere senza alcun problema, proprio perché la revoca delle autorizzazioni poggiava le proprie basi sull’assenza di una valutazione scientifica. Presidente e assessori, dunque, non hanno tenuto conto delle controdeduzioni degli esperti convocati proprio dalla Regione e che sostengono l’esatto contrario.
La notizia, appena giunta a Niscemi, ha causato la reazione immediata dei cittadini che da tempo si oppongono alla costruzione dell’impianto. «Non abbiamo ricevuto nessuna risposta, ma abbiamo noi una domanda: chiediamo le dimissioni del governatore Rosario Crocetta e degli assessori Lo Bello e Lucia Borsellino», afferma con decisione Concetta Gualato, una delle mamme No Muos. Assieme a loro il comitato regionale e l’intera amministrazione del Comune di Niscemi, con il sindaco Francesco La Rosa in testa. A questo punto, l’unico ricorso rimasto in piedi è proprio quello presentato dal Comune contro la Regione. Oggi, invece, è in programma ludienza d’appello, fissata davanti al Consiglio di giustizia amministrativa, per risolvere il contenzioso tra Ministero e Regione, in merito proprio allo stop ai lavori. Una seduta che potrebbe essere annullata visto l’evolversi della situazione.
In paese ieri sera si è tenuto un consiglio comunale acceso, nel quale i consiglieri del Megafono sono stati bersaglio principale delle proteste, colpevoli «di non aver fatto sufficienti pressioni su Crocetta», spiega Fabio D’Alessandro. Subito dopo i manifestanti hanno occupato l’aula per tutta la notte, annunciando che sarà una protesta a oltranza. «La situazione adesso è tranquilla, abbiamo passato la notte serenamente – spiega l’attivista – Ma siamo guardati a vista dalla polizia che controlla dall’esterno». Cosa accadrà adesso è difficile saperlo. «Nelle prossime ore aspettiamo l’arrivo di altri sostenitori e faremo un’assemblea per decidere quali saranno i passi per i prossimi giorni».
Intanto i legali del comitato sono già all’opera per bloccare i lavori. Secondo Nello Papandrea e Paola Ottaviano mancherebbe lautorizzazione paesaggistica, scaduta il 18 giugno. «Pertanto, leventuale prosecuzione dei lavori è da ritenersi abusiva – sostengono – Perché la marina statunitense riprenda i lavori per il completamento del MUOS, è necessario avviare un nuovo iter autorizzativo». E non manca l’attacco frontale all’assessore Lo Bello: «È singolare che un funzionario regionale, sia pure col massimo rango dirigenziale, possa dichiarare decaduto il principio di precauzione. Specie a fronte dellordinanza del Tar del nove luglio scorso che si appella proprio al principio di precauzione per la tutela della salute dei cittadini, ritenuta preminente sopra ogni altro aspetto», spiegano i referenti. «Insomma: ci sono tutti i presupposti per lillegittimità della revoca della revoca. Giuridici oltre che politici».
[Foto di Fabio D’Alessandro]