Questa mattina alle 7.30 polizia, alcuni operai e mezzi dell'amministrazione niscemese si sono presentati in contrada Ulmo per smantellare pezzo dopo pezzo il blocco stradale dei manifestanti. Subito dopo, un convoglio statunitense ha trasportato dentro la base «filo spinato, generatori di corrente ed altri materiali non identificati», utili ai lavori per la costruzione delle antenne militari satellitari. «Così abbiamo capito da che parte sta questo consiglio comunale», dicono i manifestanti
Muos, via le barricate, passano i mezzi Usa Attivisti: «Il Comune di Niscemi li ha aiutati»
«Lutilizzo di mezzi del Comune di Niscemi dimostra inequivocabilmente da che parte sta questa amministrazione e questo consiglio comunale». Non sembra esserci più spazio per il dialogo tra i No Muos che si battono contro l’installazione delle antenne militari Usa nel Nisseno e gli amministratori della stessa cittadina. La rottura definitiva, cominciata con l’avviso di sgombero dell’aula consiliare occupata dai No Muos dal 24 luglio, è arrivata stamattina. Quando proprio i mezzi comunali – scortati da un nutrito gruppo di agenti di polizia in tenuta antisommossa – hanno provveduto a smontare la barricata costruita dagli attivisti per bloccare il passaggio verso la base dei camion carichi di materiali per ultimare i lavori del Muos.
Sono le 7.30 di questa mattina quanto in contrada Ulmo, a Niscemi, si presentano 80 unità del reparto celere, secondo i racconti degli attivisti, e alcuni mezzi del Comune di Niscemi. Gli operai portano via, pezzo dopo pezzo, assi di legno, pneumatici e quanto i No Muos avevano posto come barriera di fortuna per evitare il transito dei mezzi statunitensi. Gli stessi che dovrebbero completare il grande impianto militare di antenne satellitari dopo il sostanziale via libera della Regione Sicilia con il passo indietro del governatore Rosario Crocetta. Una volta caduta la barricata, tra gli insulti degli attivisti, sfilano camion carichi di «filo spinato, generatori di corrente ed altri materiali non identificati», raccontano i No Muos.
«Il filo spinato a quanto pare serva a recintare le antenne una per una – comunicano in seguito – I lavori sono già iniziati». Forse una precauzione per evitare nuove incursioni degli attivisti nella base che più di una volta sono riusciti a sfondare le reti e ad arrampicarsi sulle più di 40 antenne già esistenti. L’ultima volta l’8 agosto, il giorno prima della manifestazione nazionale No Muos che ha dato via a una serie di occupazioni di Comuni isolani e alla frattura con l’amministrazione niscemese. «Aspettavamo delle risposte dal sindaco, che questa mattina si è presentato con dei vigili urbani, dicendoci che non cè spazio per trattative, finché occupiamo laula», raccontava il 14 agosto Fabio DAlessandro, tra gli attivisti che occupano l’aula dal 24 luglio.
Tra le richieste formulate al primo cittadino Francesco La Rosa anche quella di poter utilizzare l’aula consiliare – o un’altra della struttura – per le attività del movimento. Una richiesta di vicinanza concreta e collaborazione reale con il movimento, al di là della vicenda giudiziaria che vede ancora il Comune di Niscemi impegnato in un ricorso contro la costruzione Usa. Ormai l’ultimo atto da consumarsi nelle aule di un tribunale, dopo la delusione politica del passo indietro del governatore regionale Crocetta sulla revoca delle autorizzazioni al lavori, che ha anche fatto cadere l’altro ricorso che vedeva impegnata la Regione contro il Ministero della Difesa italiano.
[Foto del profilo No Muos su Facebook]