Ieri l'Ansa ha riportato stralci del rapporto - positivo - dell'Istituto superiore di sanità riguardo al Muos. Ma per Massimo Zucchetti, delegato dalla Regione Sicilia per stabilire la pericolosità dell'impianto di antenne satellitari in costruzione a Niscemi, si tratta di informazioni incomplete: «Non sono stati presi in esame gli allegati, e il rapporto non può essere usato a fini autorizzativi», afferma. Intanto, a Gela, è stata accolta l'istanza di scarcerazione per l'attivista arrestato dieci giorni fa durante la rievocazione dello sbarco alleato in Sicilia
Muos, per Zucchetti c’è una «fuga di notizie» Scarcerato il pacifista Turi Vaccaro
«Vi era un accordo fra gentiluomini che prevedeva la non diffusione delle informazioni fino a quando non vi fosse stato un comunicato ufficiale. Mi pare che questo accordo non sia stato rispettato». Non nasconde la sua rabbia il professore Massimo Zucchetti, uno dei tre periti nominati dalla Regione Sicilia per la valutazione dell’impatto ambientale del Muos, il mega impianto di antenne satellitari dell’esercito Usa in costruzione a Niscemi. Il professore del Politecnico di Torino affida alle pagine del suo blog, Lo scienziato borderline, la risposta a quanto letto ieri sugli organi di stampa, anticipato dall’agenzia Ansa. Una vera e propria «fuga di notizie», che anticipa solo una parte di quanto contenuto all’interno della relazione finale dell’Istituto superiore di sanità. Secondo l’anticipazione del rapporto, il Muos «non è un rischio per la salute umana», «rispetta i limiti previsti dalla legislazione italiana» in materia di elettromagnetismo e non arrecherà «particolari problemi ad apparecchiature elettromedicali».
Esattamente lopposto rispetto a quanto sostenuto dagli attivisti No Muos e da Zucchetti, le cui controdeduzioni al rapporto preliminare dell’Iss sono già state rese pubbliche alla fine di giugno. Controdeduzioni che sono parte integrante del documento, in quanto allegate. «Gli allegati non sono stati citati da nessuno dei media che hanno riportato la notizia», attacca il docente, che non ha ancora ricevuto «la versione finale del rapporto Iss».
«LIstituto superiore di sanità è stato chiamato a fornire un parere scientifico che non può essere utilizzato a fini normativi od autorizzativi – continua Zucchetti – Come scritto nelle stesse conclusioni del documento con grande correttezza dai colleghi di Iss, con i quali la collaborazione è stata produttiva e su un piano di assoluta correttezza». Quanto anticipato dai media potrebbe avere così l’unico effetto di influenzare la decisione del 25 luglio del Consiglio di giustizia amministrativa, a cui il ministero della Difesa ha fatto appello dopo il responso del Tar di Palermo. Ministero che è uno dei committenti che hanno già ricevuto il rapporto completo, insieme alla presidenza del Consiglio, al ministero della Salute e alla Regione Sicilia.
Intanto da Gela arriva la notizia della scarcerazione del pacifista e militante No Muos Turi Vaccaro, il cui processo per direttissima è slittato al 22 settembre, data della prossima udienza. È accusato è di danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale, dopo per aver preso a calci unauto della polizia il 10 luglio durante la cerimonia per il settantesimo anniversario dello sbarco alleato in Sicilia. L’attivista ha atteso la comunicazione a Partinico, in una struttura gestita dalla cooperativa sociale Noe, dove si trovava agli arresti domiciliari.
Vaccaro, nonostante il procedimento a suo carico, è sempre rimasto di ottimo umore: ieri mattina è giunto scalzo davanti al giudice, un abbigliamento «poco adeguato secondo le forze di polizia che sono venute a prelevarlo per portarlo in udienza, ma c’è poi stato il benestare del magistrato», racconta Nadia Furnari, fondatrice dell’associazione antimafie Rita Atria che negli scorsi giorni ha presentato un esposto alla procura di Catania relativamente all’avvio dei lavori sul Muos, che sarebbe avvenuto prima delle necessarie autorizzazioni da parte della Regione Sicilia. «In questi giorni Turi ha scherzato, dicendo che “stare qui è poco militante”. Alla cooperativa Noe si sta bene e si svolgono moltissime attività, in un terreno confiscato alla mafia», conclude Furnari.