All'interno del cantiere del mega impianto di antenne satellitari militari, questa mattina, è stata innalzata la prima delle tre grandi parabole. Nel pomeriggio, a causa della pioggia, i lavori si fermano ma due attivisti sono già stati denunciati dalle forze dell'ordine. «Mi hanno fermata e perquisita mentre andavo da Niscemi al presidio», riferisce Desirée Ristagno. Mentre su Facebook c'è chi ricorda che la battaglia legale non è ancora perduta. «E' un duro colpo, ma il Tar ci darà ragione», annuncia Nello Papandrea, uno dei legali del movimento. Segui gli aggiornamenti dai social network
Muos, innalzata la prima parabola Attivisti in presidio davanti la base Usa
A sorpresa, la marina militare statunitense accelera i lavori nel cantiere Muos, l’impianto di antenne satellitari installato nella base di contrada Ulmo, a Niscemi. Dopo mesi di blocco, oggi, poco dopo mezzogiorno, sono cominciate le manovre di innalzamento della prima parabola. La zona che circonda la base è presidiata dalla polizia, che impedisce il passaggio di cittadini e attivisti. Nel pomeriggio, a causa della forte pioggia, i lavori all’interno del cantiere si fermano.
Foto di Samantha CinnirellaI membri del movimento No Muos, almeno una decina, si sono raccolti nei pressi degli ingressi all’area militare, dove hanno tentato di ostacolare l’uscita degli operai. Altri attivisti hanno fatto la spola tra il cantiere e il paese del Calatino, diffondendo la notizia tra i cittadini: «Allerta! Tutti in contrada Ulmo, ora!». Per reagire a uno dei momenti più temuti fin dall’inizio della battaglia contro le antenne, preannunciato ieri dall’arrivo di una gru nel cantiere interno alla base. «In questo momento un attivista è in commissariato, sta subendo la perquisizione personale e della sua auto», fanno sapere.
«Mi hanno fermata e perquisita: hanno svuotato la mia borsa e controllato la mia auto. Mi hanno sequestrato delle catene, lucchetti, nastro adesivo e una forbice per potare le piante. Oltre che denunciata secondo l’articolo 354 del codice penale», riferisce Desirée Ristagno, del comitato mamme No Muos di Niscemi. «Una pattuglia della Digos mi ha inseguita, ha chiamato rinforzi per fare arrivare una donna che mi ha poi perquisita. Non ho opposto nessuna resistenza, ma nel verbale hanno scritto che “durante il controllo aveva un atteggiamento nervoso tale da insospettire le forze dell’ordine”. Secondo loro, in quanto attivista, gli oggetti potevano servire per azioni all’interno della base», riferisce Ristagno, che si stava recando «verso la base a trovare i ragazzi fermi da stanotte al presidio, quando è ritornata la gru che ha innalzato la parabola. Stanno bloccando gli operai per impedire che escano dalla base», afferma l’attivista, che è sicura: «Continueranno ad oltranza». In serata è prevista una nuova comunicazione «per informare la cittadinanza su cosa sta accedendo e accadrà».
Ma la protesta dei No Muos prosegue anche fuori dal presidio: dopo l’opposizione presentata ieri dall’associazione antimafia Rita Atria all’archiviazione della denuncia sulla revoca della revoca ai lavori operata dalla Regione Sicilia, è l’avvocato Nello Papandrea, tra i legali del Movimento No Muos, a ricordare che l’iter giudiziario va ancora avanti. «Hanno fatto un atto arrogante che non tiene conto del fatto che gli ultimi provvedimenti del Tar, accogliendo le domande cautelari, sia pure al fine di anticipare la decisione di merito, dimostrano che i ricorsi sono fondati», scrive l’avvocato su Facebook. «Al Tar non abbiamo mai perso, e se i lavori sono a questo punto lo dobbiamo a Don Saro Crocetta senza le cui revoche i lavori ancora sarebbero sospesi. Il 27 marzo abbiamo tutte le carte in regola per vincere. A quel punto presenteremo una valanga di ricorsi civili», afferma il legale.
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