Non solo abusivismo, vandalismo e chiasso: nel centro storico c'è chi propone un'altra narrazione. E' il caso di Andrea Graziano, titolare da un anno e mezzo di un'attività di fronte la chiesa del quartiere. «La crisi si batte con la qualità e non lamentandosi»
Movida selvaggia, l’altra faccia di piazza Olivella «Altro che Bronx, qui vengono famiglie e bambini»
Da una parte bottiglie incendiarie, lettere di denuncia sull’abusivismo degli esercizi commerciali, degrado notturno. Ma piazza Olivella, più volte sotto le luci dei riflettori e citata come esempio di inciviltà e di movida selvaggia, non è solo questo. Almeno a sentire Andrea Graziano, titolare di Fud Bottega Sicula, che da un anno e mezzo ha avviato un’attività proprio di fronte la chiesa del quartiere.
«Anche se non sono palermitano conosco bene la realtà della zona – dice – me ne sono innamorato in tempi non sospetti, circa due anni fa, quando realmente era terra di nessuno e l’abusivismo e il degrado la facevano da padrone e ne ho constatato piacevolmente le mutazioni». Graziano non accetta il paragone della zona col Bronx (uno dei più noti e malfamati quartieri di New York … ndr) e segnala invece che «la piazza ha ripreso ad essere luogo frequentato dai palermitani di tutte le eta’ e di tutte le estrazioni, sono tornate le famiglie con i bimbi che da anni non frequentavano piu’ la zona. Le griglie ed i kebab fumanti – continua – hanno lasciato spazio a ristorantini curati e vinerie ed anche quegli esercizi storicamente abusivi si sono attrezzati per mettersi in regola». Il commerciante nota come, almeno di fronte il proprio locale «nessuno sbraita, nessuno vomita o si prende a botte nè tantomeno fa sesso all’aperto».
E se recentemente il comitato di quartiere Olivella-Monteleone (che riunisce una trentina tra abitanti e negozianti) ha deciso di ricorrere a vigilantes armati che pattuglieranno la zona nel cuore della notte, Graziano si rivolge «a quei sedicenti ristoratori che non fanno altro che lamentarsi e cercare di contrastare la concorrenza cercando di danneggiare gli altri senza invece curarsi di migliorare la qualità dei cibi, del servizio o della pulizia e delle condizioni igieniche del proprio locale. Solo cosi’ si batte la crisi, con la qualità’ e non lamentandosi». Infine una parziale ammissione, seguita da una speranza: «In altre zone limitrofe ci sono dei locali che magari non rispettano le regole e creano disordini, ma non si puo’ fare di tutta l’erba un fascio, piazza Olivella e’ un’isola felice, ed e’ in questo modo che deve essere comunicata».