Un gruppo di consiglieri del Comune del Catanese chiedono di tutelare il paese dalle parole di Salvatore Proto, padre di Mimmo, il proprietario della discarica Oikos di contrada Tiritì e Valanghe d'inverno che avrebbe avuto le autorizzazioni alle attività attraverso la corruzione di un funzionario regionale. «Chistu voli abbissari a so figghia, chistu voli abbissasi a so frati. Ca tutti ca ceccunu soddi», ha detto l'imprenditore
Motta e le dichiarazioni di Proto senior: «Tutti cercano soldi» I consiglieri chiedono al sindaco di tutelare i cittadini
«Chistu voli abbissari a so figghia, chistu voli abbissasi a so frati. Ca tutti ca ceccunu soddi». La dichiarazione rilasciata al programma d’inchiesta Presa diretta da Salvatore Proto – padre di Domenico, il titolare della Oikos spa e sotto processo ai domiciliari con l’accusa di corruzione – hanno sollevato molte polemiche a Motta Sant’Anastasia, Comune sul quale sorge la discarica di contrada Tiritì e Valanghe d’inverno. Sull’impianto – formalmente chiuso, ma ancora fino al 31 marzo in attività su autorizzazione regionale – pende il sospetto della procura di Palermo, secondo la quale le autorizzazioni all’abbancamento di rifiuti sarebbero state ottenute attraverso il pagamento di un funzionario dell’assessorato competente, Gianfranco Cannova, anche lui imputato nel processo scaturito dall’operazione Terra mia. Un gruppo di consiglieri comunali ha deciso dunque di presentare un invito per chiedere provvedimenti urgenti per una dichiarazione che «oltre a rappresentare allusive notizie di reato, offende l’intera comunità mottese».
A firmare il documento sono stati già otto consiglieri su 20: Antonella Di Mauro, Danilo Festa, Daniela Greco, Carmelo Occhipinti, Annalisa Puglisi, Concetto Roccasalva, Antonella Santagati e Maria Schillaci.
La lettera è indirizzata principalmente al primo cittadino Anastasio Carrà, eletto lo scorso anno grazie anche all’appoggio dell’ex Articolo 4 di Valeria Sudano, il cui padre Domenico (ex senatore) ha dichiarato a Meridionews di essere amico di famiglia dei Proto.
«A parte sottolineare la gravità delle parole di Proto, che ha ipotizzato una notizia di reato, l’intenzione è tutelare quel poco di immagine positiva di Motta che resta su questa vicenda», spiega Danilo Festa, uno dei consiglieri firmatari e membro del comitato No discarica mottese. «Lo sappiamo che ci sono molte persone corrotte che hanno speculato su questa storia, ma non tutti mottesi sono così – afferma nettamente – Loro sono la parte peggiore del paese».
Copia del documento, inoltre, verrà presentata alla commissione parlamentare per i reati ambientali che proprio in questi giorni si trova in missione in Sicilia. Venerdì, prima della conferenza stampa nel corso della quale verrà fatto un bilancio della tre giorni di sopralluoghi, verranno sentiti anche i comitati civici No discarica di Motta e della vicina Misterbianco.