Morto zio Lino, inventore del frappè alla Nutella Il figlio: «C’è chi vuole intitolargli piazza Roma»

«Zio Lino, un frappè alla Nutella!». L’ordinazione arrivava un centinaio di volte durante la giornata al titolare del chiosco all’angolo tra piazza Roma e viale Regina Margherita. Lui, Pasqualino Marolda, non lavorava solo al piccolo bancone di marmo verde ma era considerato da tutti un pezzo di storia della città di Catania poiché la nota bevanda l’aveva inventata e, qualche tempo dopo, brevettata nel suo procedimento. «È morto la settimana scorsa, i clienti continuano a chiederci di lui», racconta a MeridioNews Francesco, il nipote che ogni tanto gli dava una mano. Lo zio Lino era originario della Basilicata ed era arrivato a Catania a vent’anni per fare la guardia penitenziaria al carcere di piazza Lanza. Aveva sposato una ragazza catanese e si era stabilito nel capoluogo etneo. Nonostante il lavoro sicuro, con il pallino per la ristorazione, si spoglia della divisa e apre il chiosco di piazza Roma.

«Ha iniziato negli anni ’80, comprando una piastra e una spillatrice per la birra. Faceva il panino con la salsiccia e l’uovo fritto, e questo metro quadrato era sempre pieno dei militari della caserma Sommaruga che lo adoravano», racconta il nipote. I punti d’incontro all’epoca erano pochi, ma il chiosco di piazza Roma diventa presto uno dei più frequentati. A tutte le ore del giorno ma anche della notte, con una sola lampadina accesa dalle 7.30 alle due del mattino. «Qualche tempo dopo, un’ordinanza comunale cambiò le norme sui chioschi: in quelli troppo piccoli non si poteva cucinare e mio zio dovette buttare la sua adorata piastra per panini». L’episodio, però, non abbatte Pasqualino Marolda che decide di dedicarsi alle bevande, escluso il caffè. La cui macchinetta per l’espresso è stata installata all’interno del chiosco solo tre anni fa, dopo una ristrutturazione in cui è stata installata anche l’insegna Lino’s, intitolata al fondatore dell’attività. «Zio Lino continua l’attività sperimentando bibite con gli sciroppi e vendendo la cosiddetta cuccagna, una coppa di frutta mista», prosegue il racconto il nipote. Il passo dagli sciroppi fruttati all’idea del frappè alla Nutella è breve.

Poiché un suo amico non poteva più mangiare per via di un problema di salute, lo zio Lino comincia a preparargli dei frullati con frutta e verdura. Fino a quando l’uomo non si stufa «e chiede espressamente di potere bere qualcosa di più buono, magari con la cioccolata». In quell’occasione «lo zio decide di frullare insieme al latte anche la Nutella e la tortina Tomarchio», continua il nipote. La bevanda, preparata per le esigenze del conoscente, inizia a essere venduta anche al chiosco di piazza Roma, diventando prima un incredibile successo e poi una vera e propria tradizione della gastronomia catanese. «Il frappè è nato in piazza Roma. Gli altri chioschi, da piazza Borgo al corso Sicilia, passando per piazza Umberto lo fanno a modo loro e sono comunque venuti dopo», commenta Nuccio, cliente da 35 anni. Uno degli storici frequentatori del chiosco «insieme al cosiddetto fantasma di piazza Roma: un signore che ogni sera da 30 anni, dopo il lavoro, passa al chiosco, prede una birra e si mette all’angolo», racconta Nuccio. Che ricorda tutti gli altri esperimenti dello zio Lino: la bevanda Senza pensieri, le fette di pane Cuore di mamma e i frappè alla frutta secca

«Non fermava mai la sua mente, cercava sempre di proporre qualcosa di nuovo. Il frappè alla frutta secca era la sua novità per il nuovo millennio, il 2000», continua l’uomo. L’ultima creazione dello zio Lino è il frappè Pan di stelle. «Fino al mese scorso, lo offriva ai ragazzi che passavano per un caffè prima di andare a scuola, voleva un loro parere perché ci teneva alle nuove generazioni». Dal suo chiosco, dal 1984 a oggi, di ragazzi ne sono passati molti. Soprattutto in occasioni di scioperi e manifestazioni studentesche che iniziano i cortei proprio dalla piazza. «Era un luogo di ritrovo, quando ero giovane. Uno dei pochi posti aperti fino a tardi, in cui si poteva stare tranquilli a bere una birra», ricorda Luigi, un passante 53enne. Che aggiunge: «Un simbolo di giovinezza perduta e di libertà». La tradizione del chiosco, del frappè alla Nutella e di tutte gli esperimenti di zio Lino non andrà comunque perduta dopo la sua morte. A gestire il Lino’s ora c’è il figlio, Gerry Marolda. «Ho iniziato a sostituirlo quattro anni fa, per farlo riposare. La tradizione continuerà», dice l’uomo. «Era mio padre, dopo che è morto ho scoperto che era lo zio di mezza Catania. Qualcuno vorrebbe intitolargli pure piazza Roma».

Cassandra Di Giacomo

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