Gaia Auteri è stata condannata dalla gip del Tribunale di Messina. Per lei anche una multa da 20mila euro e una provvisionale di 80mila a testa nei confronti dei genitori della vittima. Nella vicenda sono implicate altre due persone, Giuseppe Restuccia e Pietro Triscari, che verranno giudicate nei prossimi mesi
Morte Ilaria Boemi, sei anni e otto mesi alla pusher Vendette la droga alla 16enne che morì in spiaggia
È stata condannata a sei anni e otto mesi Gaia Autieri. La 19enne era accusata di aver ceduto la dose mortale di Mdma a Ilaria Boemi, la ragazzina di sedici anni, stroncata da un mix di droga e alcol la notte di san Lorenzo del 2015, sul lungomare del Ringo. La condanna è stata emessa nel tardo pomeriggio di oggi dalla gip Daniela Urbani. Gaia Autieri doveva difendersi dall’accusa di cessione di droga e morte come conseguenza di altro delitto.
È stata condannata anche a una multa da 20 mila euro e una provvisionale di 80 mila euro a testa da liquidare ai genitori, più 50 mila euro agli stessi in qualità di genitori del fratello di Ilaria. La gip Urbani ha accolto la richiesta di condanna avanzata dalla sostituta procuratrice Stefania La Rosa. La condanna è stata comunque ridotta perché Gaia Autieri ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato. Saranno giudicate nei prossimi mesi con rito ordinario, invece, gli altri due imputati Giuseppe Restuccia e Pietro Triscari.
L’arresto della 19enne era scattato i primi di dicembre. La Squadra Mobile era riuscita a ricostruire le ultime ore di vita di Ilaria e a individuare in Gaia la persona che gli aveva ceduto la dose mortale. Il pomeriggio del 9 agosto si incontrano e trascorrono insieme diverse ore. Ilaria apre la dose di Mdma, la Maddy, e versa il contenuto in due bottiglie di birra che cede agli amici, il resto lo versa nella sua. Comincia subito a stare male fino a morire da sola sulla spiaggia.
Quando gli amici, infatti, capiscono che qualcosa è andato storto chiamano il 118 dal cellulare della 16enne e poi, prima di fuggire, gettano il telefono in mare. Le indagini della Squadra Mobile hanno permesso di ricostruire tutta la triste storia e oggi a ricordare Ilaria sul lungomare del Ringo c’è un lapide di marmo, dove non mancano mai i fiori.