Monti, i numeri del suo fallimento

Il presidente del Consiglio dimissionario, Mario Monti, ha iniziato la conferenza stampa di fine anno ricordando la presa in carico del suo mandato. “Vi avevamo illustrato i provvedimenti presi e rappresentato il quadro periglioso della situazione economico-finanziaria del Paese. Oggi è facile dimenticare la drammaticità di quei momenti. In un anno, con il concorso delle forze politiche e del Parlamento posso dire che quella emergenza è stata superata. Gli italiani possono essere considerati cittadini d’Europa a testa alta”.

Sarà, ma a guardare i dati non pare proprio che sia così! Cosa è successo da un anno a questa parte, dopo un anno di presidenza del cConsiglio del Sig. Monti? È questa la domanda che si staranno facendo molti italiani dopo l’affermazione dell’ex premier.

Forse non tutti gli italiani sono in grado di comprendere le scelte dei grandi economisti che hanno governato il nostro Paese nell’ultimo anno, ma, di certo, molti di quelli che hanno perso il posto di lavoro nel 2012 (oltre mezzo milione di persone) si staranno chiedendo a cosa si riferisse il premier, anzi l’ex premier, parlando di “emergenza superata”. Vediamo i numeri che Monti si è guardato bene dall’illustrare.

In Italia, il numero dei disoccupati nel corso del 2012 ha raggiunto il livello più alto degli ultimi venti anni: 2,8 milioni di persone sono alla ricerca di un posto di lavoro che non si trova e che, grazie alle scelte fatte dal Governo Monti, non si troverà; oltre 600 mila giovani sono senza lavoro (dati Istat). Il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto ed oggi si attesta al 35,1%, quello generale al 10,8%.

Per contro, si riduce il numero degli occupati: a settembre la lista dei disoccupati si è allungata di 554 mila su base annua. Il tasso di disoccupazione, già a ottobre 2012, ha superato in valore assoluto quello dell’anno precedente: i disoccupati sono 2,87 milioni. La soglia di disoccupazione ha raggiunto l’11,1%, in rialzo di 2,3 punti percentuali su base annua. E’ il tasso di disoccupazione il più alto da gennaio 2004 (dati Istat).

Quale emergenza sia stata superata forse se lo stanno chiedendo anche tutti coloro i quali hanno appena finito di pagare le nuove tasse e le nuove imposte introdotte o applicate dal Governo Monti: l’Imu sulla prima casa, l’addizionale regionale Irpef e la tassa sui rifiuti, che sono aumentate e cresceranno ancora di più nel 2013. È cresciuto il bollo sui conti deposito bancari e postali, sono cresciute l’addizionale erariale, la tassa automobilistica regionale, le tasse sulle barche e sugli aerei e le accise su gasolio, benzina e Gpl.

Anche le imprese, in attesa dell’aumento di un punto dell’Iva, si sono trovate a dover pagare un maggiore tributo al fisco (con l’addizionale Irpef più cara per le regioni in deficit sanitario). Insomma, per farla breve, gli italiani, grazie al Governo Monti, sono stati costretti (o lo saranno nel prossimo anno) a pagare 53 tasse nuove (nella forma o nel merito)!

Di sicuro, comprendere quale emergenza sia stata superata sarà difficile per le famiglie italiane che hanno avuto un aumento medio del carico fiscale di 1.133 euro (secondo le stime di Federconsumatori ed Adusbef). Con il risultato che in Italia la tassazione, che già nel 2011 aveva raggiunto una quota del 47,6 per cento, una delle più alte al mondo, nel 2012 ha superato la soglia del 55 per cento. Livello considerato spropositato da tutti gli operatori politici, economici ed istituzionali, con l’unica eccezione del Governo Monti ovviamente, cui si deve aggiungere il Pil sommerso che, secondo i calcoli di Confcommercio, supererebbe i 170 miliardi di euro e che il Governo non è riuscito a debellare o, almeno, a ridurre.

Anche Morgan Stanley non ha capito come l’emergenza, in Italia, sia stata superata, tanto che ha lanciato l’allarme sull’eccessivo carico fiscale del nostro Paese. In base alle loro proiezioni (così care ai tecnici che ci governano), nel 2013 il nostro Paese avrà emissioni lorde per 401 miliardi di euro, con una redemption, cioè un ammortamento del debito, di 355 miliardi. E la situazione continuerà a peggiorare nel 2014, con emissioni lorde per 417 miliardi di euro e redemption di 378 miliardi e nel 2015, con emissioni lorde di 443 miliardi e redemption di 407 miliardi.

Il consiglio dell’istituto finanziario americano è di non aumentare le tasse nei prossimi anni. E cosa accadrà, invece, dal prossimo anno? Come eredità del Governo Monti, gli italiani cominceranno a pagare nuove tasse, mai viste prima (alcune delle quali addirittura di dubbia utilità e legittimità). L’imposta sugli immobili all’estero, Ivie, l’aumento dell’imposta sui depositi bancari (che, peraltro, sono già sorvegliati dall’Agenzia delle Entrate fregandosene della privacy dei cittadini e dei risparmiatori), la nuova imposta sulle spese comunali Tares.

Insomma un vero e proprio massacro fiscale (il termine può sembrare pesante, ma non pare si riesca a trovare altro termine per rendere l’idea) che non ha ottenuto alcun risultato concreto. Da inizio anno, il debito pubblico, secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, è aumentato e ha superato la soglia dei duemila miliardi di euro (a gennaio 2012 era pari a 1.943,455 miliardi) di 71,238 miliardi. Ovvero, dall’avvio del Governo Monti, è cresciuto del 3,7%.

Nel 2012 il Pil, Prodotto interno lordo, in calo per il quinto trimestre consecutivo, è diminuito del 2,4% nei confronti del 2011 (dati provvisori Istat). E le prospettive sul Pil dell’Italia non lasciano intravedere nulla di buono per il prossimo futuro. Secondo i dati Ocse il Pil italiano continuerà a scendere.

Il rapporto Deficit/Pil, come è ovvio aspettarsi dopo i dati sopra riportati, è cresciuto sino a raggiungere la soglia del 121%, mai raggiunta negli ultimi quaranta anni di storia della nostra Repubblica.

A fronte di un aumento del costo della vita indicizzato intorno al 3%, nel 2012 (in crescita rispetto al 2011 in cui era 2,8% e nettamente maggiore rispetto al 2009 con un aumento superiore ai 2 punti percentuali), per alcune categorie di beni primari si sono registrati aumenti molto maggiori: ad esempio, i costi relativi a “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” sono aumentati da ottobre 2011 a ottobre 2012 del 7% (fonte: Istat).

Sempre dai dati Istat emerge, per il 2012, il costante calo di soddisfazione degli italiani per la vita in generale. Peggiora decisamente quella per la situazione economica familiare: la quota di famiglie che dichiara un peggioramento della propria situazione economica cresce dal 43,7% al 55,8%. Cala anche la soddisfazione per la situazione economica personale: il 55,7% delle persone si dichiara per niente o poco soddisfatto, contro il 49,5% dell’anno precedente. La quota di individui in famiglie “deprivate”, con tre o più sintomi di disagio economico, passa dal 16% al 22,2%; quella delle persone in famiglie gravemente “deprivate”, con quattro o più deprivazioni, dal 6,9% all’11,1%.

Stando ai risultati conseguiti, oggettivi e inconfutabili, come si può affermare che “l’emergenza è stata superata”? Forse sarebbe giusto (oltre che doveroso) che, l’ex capo del Governo chiarisse, una volta per tutte, cosa ha fatto nel corso del suo mandato. Monti ha aggiunto: “L’Italia è un Paese che può sorridere, perché ha risorse straordinarie”. E, forse, sarebbe bene che chi ci governa, per una volta, dicesse come stanno davvero le cose e perché, a soli due mesi dalla scadenza del suo mandato, ha deciso di presentare le dimissioni affermando di essere colui il quale ha salvato l’Italia dal baratro… (a destra, foto tratta da pms.wikipedia.org) 

Le elezioni si avvicinano e il Sig. Monti ha appena dichiarato di essere “pronto ad assumere un giorno, se le circostanze lo volessero, responsabilità che mi venissero affidate dal Parlamento”.

Ma allora perché non rinunciare al mandato di senatore a vita e candidarsi alle elezioni, offrendo agli italiani la possibilità di esprimere il proprio parere e la propria volontà su chi deve governare il Paese? O forse teme che non siano molti gli italiani che, data la situazione attuale, possano credere ancora alle sue parole?

Per salvare l’Italia facciamo come ha fatto l’Argentina

 

 

 

 


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