Il Catania naufraga a Monopoli: con i quattro gol incassati dai pugliesi diventa così la seconda peggior difesa del campionato. Mazzarani bene per la rete e l'atteggiamento. Sul banco degli imputati Lodi, Llama e la coppia di esterni Calapai-Pinto
Monopoli-Catania 4-2, ecco chi sale e chi scende Mazzarani si salva, Lodi stavolta spegne la luce
Il Catania era atteso a una prova di forza e compattezza, dopo una settimana molto complicata. Le risposte arrivate dalla trasferta del Veneziani, purtroppo, sono pessime. I rossazzurri cedono con un punteggio eclatante, dimostrando i problemi difensivi già emersi in precedenza e palesando una condizione fisica rivedibile: gli avversari, infatti, sono costantemente arrivati prima sul pallone. Sul banco degli imputati finisce anche il tecnico Camplone: rivedere il proprio assetto tattico, adeguandolo all’avversario, non è stato forse un messaggio di forza e fiducia da infondere a una squadra che non può né deve adeguarsi ai rivali di turno, mantenendo sempre una propria identità. Si tratta, quindi, di un passo indietro preoccupante: le assenze, pur numerose, non possono costituire un alibi.
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Andrea Mazzarani: Il numero 32 rossazzurro si ritrova a interpretare il ruolo di seconda punta accanto a Di Piazza. Nonostante un primo tempo di sofferenza, l’ex Crotone e Salernitana interpreta al meglio la posizione in campo ed è bravissimo in occasione del pari: Mazzarani è bravo a difendere palla, girarsi e battere il portiere avversario. Combatte su ogni pallone, cercando di cucire al massimo la distanza tra centrocampo e attacco e cercando nei limiti del possibile di non lasciare a sé stesso l’unica punta Di Piazza. Prova superata.
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Nana Welbeck: È l’unico, nel terzetto di centrocampisti schierato da Camplone, ad avere abilità anche in fase difensiva. Nel primo tempo riesce a essere efficace, cercando di strappare più palloni possibili agli avversari. Nel corso della ripresa poi cala visibilmente, fino alla sostituzione con Dall’Oglio. Il suo dinamismo, comunque, continuerà a essere prezioso per il Catania.
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Giuseppe Rizzo: Il centrocampista ex Salernitana e Reggina merita una menzione speciale. Dopo essere stato per intere settimane ai margini del progetto, infatti, si è ritrovato catapultato in squadra dopo le epurazioni di Biagianti e Bucolo. Il suo ingresso nella ripresa, al posto dell’evanescente Llama, riesce inizialmente nell’intento di dare più sostanza in mezzo al campo: la rete del provvisorio vantaggio è infatti sua. Rizzo è bravo a intercettare un cross da destra, colpendo di testa in tuffo e provocando la deviazione di Rota. Può molto poco dopo il calo generale della squadra.
Flop
Cristian Llama: Pessima prestazione per il numero 16 argentino. Camplone insiste nel piazzarlo come mezzala accanto a Lodi, regalando però di fatto un uomo agli avversari. La sua flemma, nonostante gli ottimi piedi, lo rende quasi una zavorra per la Serie C, dove contano soprattutto corsa, gioventù, volontà ed entusiasmo. La coperta a centrocampo è corta ma, probabilmente, non è lui l’uomo giusto in quella porzione di campo.
Flop
Francesco Lodi: Quando il numero 10 etneo spegne la luce, per il Catania diventa un grande problema. Oggi è mancata tanto la sua lucidità in fase di impostazione e la classica precisione nelle imbucate per gli attaccanti e per l’inserimento dei compagni di reparto. Uno dei problemi è legato anche alle scelte tecniche di mister Camplone che, per avere il meglio da uno come lui, dovrebbe sempre affiancargli calciatori di grande corsa, sostanza e abilità in fase interdittiva. Cosa che oggi non è successo.
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Luca Calapai-Giovanni Pinto: Nel 3-5-2 sperimentato oggi dall’allenatore rossazzurro il loro ruolo era fondamentale. Spingere a turno sulle fasce di competenza (Calapai a destra, Pinto a sinistra) e dare una mano a livello difensivo. Non è accaduto nulla di tutto questo, con i dirimpettai Tazzer e Donnarumma che, in maniera costante, li hanno asfaltati sul piano atletico e tattico. La speranza è che i due treni rossazzurri possano tornare il prima possibile in forma: il loro ruolo nella manovra di Camplone, infatti, è fondamentale.