L'esponente politica vicina a Busalacchi, dopo il pronunciamento del Tar che ammetterebbe un vizio di forma nei modelli pubblicati online sul sito della Regione, fa una denuncia chiedendo di procedere penalmente contro i responsabili. «L'annullamento del risultato non basterebbe», dice
Modulistica elettorale, Pinsone presenta esposto «Atti contro legge Severino, annullare l’elezione»
Il Tar ha rigettato il ricorso legato all’esclusione della lista di Noi Siciliani con Busalacchi – Vox Populi – Sicilia Libera e Sovrana, ma di fatto aprendo alla possibilità che le elezioni regionali possano svolgersi all’ombra di profili di irregolarità. La vicenda è nota: i moduli messi a disposizione dalla Regione facevano riferimento a una norma antecedente alla legge Severino e quindi invalidata dalla pubblicazione della Severino stessa, che impone paletti più rigidi in materia di incandidabilità.
Nel proprio dispositivo, il Tribunale amministrativo sottolinea che «la giurisprudenza presuppone che le modalità di presentazione assicurino la consapevolezza da parte dei sottoscrittori non solo della lista cui la sottoscrizione si riferisce, ma altresì delle specifiche e ulteriori indicazioni dei candidati, mancanti nel caso di specie (atteso che i moduli utilizzati non avevano le caratteristiche richieste dalla legge)». Pinsone aveva già annunciato di voler presentare ricorso al Tar all’atto della proclamazione degli eletti. Ma oggi si spinge oltre e presenta un esposto in Procura in cui chiede di procedere penalmente «nei confronti dei soggetti responsabili dei reati che dovessero emergere dall’indagine».
La discrepanza tra la normativa citata nei moduli e la legge Severino «rende assolutamente nulla la dichiarazione – si legge nell’esposto – proprio perché in realtà a nulla essa fa riferimento. E non si tratta certo di mero formalismo. Ad esempio, un cittadino condannato in via definitiva per delitto tentato in relazione a reati contro la pubblica amministrazione, previsti dalla Severino, può tranquillamente sottoscrivere la dichiarazione allegata all’atto di presentazione della sua candidatura di “non versare in situazioni di incandidabilità” poiché secondo la norma abrogata non lo è». Insomma secondo Pinsone, «quale sarà dunque l’esito delle prossime elezioni regionali, questo è da già ritenersi falsato perché maturato contra legem, non essendo sufficiente a sanare questo grave vizio la futura dichiarazione di nullità della singola elezione».
«La massa dell’elettorato attivo – si legge ancora nell’esposto – si muove e si determina sin dal momento della presentazione delle candidature mediante meccanismi che possiamo genericamente definire “di campagna elettorale”, posti in essere nel caso che ci occupa da soggetti inidonei e per mezzo di dichiarazioni non conformi alla legge». In parole povere, ciò che può annullarsi in un secondo momento è l’elezione e non la candidatura la quale ha ormai irreversibilmente sortito effetti giuridici e politici. «L’impossibilità di riparare ex post la destinazione dei flussi elettorali – va avanti l’esposto – rende il risultato non conforme alla verità perché viziato in radice e dunque falso, illegittimo e in questo caso illecito. Naturalmente – conclude Pinsone – al fine di non frustrare la finalità dell’indagine occorre sin da ora adottare tutte le misure cautelari anche di natura reale idonee tra le quali appare necessaria la sospensione della consultazione elettorale in corso».