È scomparso a Modica, stanotte dopo un malore, Francesco Ruta. Aveva 73 anni. L’Antica dolceria Bonajuto, aperta nella seconda metà dell’Ottocento, era nelle sue mani dal 1992. Vanno via con lui venticinque anni di arte del cioccolato, di vivo gusto nella Contea.
Quando fiamminghi e spagnoli governavano un impero sui cui non tramontava mai il sole, i navigatori attraversavano continuamente l’Atlantico. Arrivavano in America, colonizzavano i popoli, portavano con loro, nei lunghi viaggi, il cacao lavorato secondo una tradizione millenaria. Cioccolato, oro nero per gli aztechi. Modica, la Contea, in quei giorni era parte dell’Impero. Quella tradizione tramandata nei secoli venne riprodotta da maestri artigiani in Sicilia e in Spagna. Un alimento dalle caratteristiche uniche: dei semi di cacao lavorati a freddo con delle pietre, che, aromatizzati, mantengono intatta la granulosità dei cristalli di zucchero.
Franco Ruta fu un continuatore di quella tradizione, un innovatore nella riscoperta del passato. Primo a credere in una idea di produzione, pioniere di un simbolo della città, del suo lavoro, del suo patrimonio enogastronomico.
Quella panchina su cui Franco Ruta era solito sedere, in uno dei vicoli più suggestivi della città, era il salotto di una bottega artigiana, un angolo nobile di Modica. In moltissimi sono passati negli anni a sedersi e a gustare un bene prezioso e squisito.
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