Tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. È questo il reato per cui sono stati arrestati M.A. di 25 anni, che è finito in carcere, e R.D. di 28 anni, per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania e condotta dagli agenti della squadra mobile di Ragusa e del commissariato di Modica, è partita a dicembre dell’anno scorso. Quando un incendio di matrice dolosa aveva distrutto un gazebo adibito alla vendita di piante e fiori in un terreno agricolo recintato vicino a uno degli accessi del cimitero di Modica.
Il titolare dell’attività commerciale aveva denunciato di essere stato minacciato con un modus agendi tipico delle consorterie mafiose in caso di mancato pagamento di una somma di denaro indebitamente pretesa. Tra l’altro, uno dei due arrestati ad aprile era stato fermato e controllato da una pattuglia della polizia a Chiaramonte Gulfi (nel Ragusano) dentro un autocarro. In quella occasione aveva dichiarato un nome falso perché era già sottoposto, nell’ambito di un altro procedimento penale a suo carico, all’obbligo di dimora nel comune di residenza.
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