Il primo cittadino, da candidato sindaco, aveva promesso di trasformare il capoluogo etneo in un centro ecosostenibile. Ma alcuni progetti dati per certi non sono ancora stati realizzati e a quelli, con il passare del tempo, se ne sono aggiunti altri. Anch'essi mancati. Nonostante i tavoli tecnici tra associazioni e giunta
Mobilità sostenibile, tanti interventi mancati Aree pedonali, piste ciclabili e bike sharing
«Catania, città dinamica». È questo uno dei dieci slogan lanciati durante la campagna elettorale dell’allora candidato sindaco Enzo Bianco. Un punto del suo programma che lasciava intravedere la possibilità di trasformare il capoluogo etneo in un centro più sostenibile, almeno dal punto di vista della mobilità. «Nulla di quanto promesso è stato realizzato. Il Comune sa fare solo puppette», si lascia andare all’ironia un componente etneo di Salvaiciclisti, Andrea Genovese. Che, in questi anni però, ha partecipato ai diversi tavoli tecnici organizzati dall’amministrazione per dialogare con le associazioni che si occupano di mobilità green. «Tutti appuntamenti dopo i quali gli assessori e il sindaco diventano irreperibili», commenta rassegnato Genovese.
Nel 2013, tra le promesse di Bianco figuravano l’avvio di nuove linee della metropolitana, la rivisitazione del sistema di autobus urbani, l’attivazioni di punti per l’affitto di biciclette elettriche, la realizzazione di stalli dedicati alla sosta degli scooter e l’avvio del progetto Pedibus per gli alunni delle scuole. Impegni rimasti disattesi e ai quali, con il passare del tempo, se ne sono aggiunti altri. Ugualmente mancati. A segnalarne diversi, di recente, è stata la pagina Facebook Mobilità sostenibile e civiltà a Catania. Che fa un elenco «degli interventi che si sarebbero dovuti realizzare e che invece sono scomparsi nel nulla o, peggio ancora, sono diventati un’altra cosa», si legge sulla pagina. Una lista di «scomparse» che l’attivista Genovese definisce «vergognose».
A guadagnarsi il primato è il finanziamento per la realizzazione della pista ciclabile sul Lungomare i cui fondi sono però stati spostati sul progetto di abbellimento del Tondo Gioeni, dove dovrà sorgere una fontana monumentale. Un intervento ecosostenibile ancora in fieri che si accompagna all’incompiuta del Pedibus. Nonostante per l’assessore all’Ecosistema urbano Rosario D’Agata si possa comunque parlare di «risultato raggiunto, sebbene per metà. Per questioni del genere ci vuole tempo perché le persone devono abituarsi alle novità», spiega l’esponente della giunta. Che ritiene l’amministrazione comunale responsabile solo in parte anche per il mancato decollo del programma di bike sharing nelle scuole etnee poiché: «Era un progetto della precedente amministrazione e noi non lo abbiamo adottato». Le biciclette, acquistate in passato dal Comune di Catania, attualmente sono ferme in un deposito Amt. «Stiamo valutando di assegnarle all’università», prosegue D’Agata. Che però non conosce ancora i modi e i tempi dell’idea.
Per l’assessore D’Agata una delle azioni più importanti portate avanti da Palazzo degli elefanti è l’incentivo ai catanesi di raggiungere il centro storico tramite la linea Amt Movida bus. Nonostante le numerose polemiche di inefficienza che il servizio si è guadagnato, per D’Agata si tratta «di un buon risultato. Ma, anche in questo caso, bisogna fare i conti con le abitudini dei catanesi che salgono sull’automobile anche per fare solo cento metri». Un altro risultato positivo per l’esponente della giunta catanese è l’esecuzione del provvedimento che vieta la circolazione in città delle vetture a emissione Euro 0 ed Euro 1. «Il divieto è rispettato ed è attivo nella zona delimitata da via Dusmet, via Palermo, Lungomare e circonvallazione. A fare rispettare la misura è la polizia municipale. So che qualche contravvenzione è stata elevata», racconta D’Agata. «Bugie. Io lavoro praticamente per strada e vedo circolare auto vecchie e stravecchie», lo smentisce l’attivista di Salvaiciclisti Genovese.
Non pervenute poi risultano le annunciate azioni di micropedonalizzazione di alcune aree. Via Dusmet e piazza Federico di Svevia in primis. Se sull’ultimo punto l’amministrazione comunale ha fatto dietrofont dopo un breve esperimento, per via delle lamentele dei commercianti, su via Dusmet non si sa ancora niente. Sebbene il progetto presentato dall’architetta Anna Maria Pace sia stato illustrato anche in una sala di Palazzo degli elefanti alla commissione consiliare Lavori pubblici. Un passo dopo il quale è stata protocollata al municipio anche una petizione che raccoglie oltre 1200 firme. «Stiamo valutando la proposta», replica D’Agata.