La giunta regionale ha approvato il piano redatto da una società privata che ha ricevuto l'incarico. Si dettano le linee guida per costruire una rete di ricarica per i veicoli elettrici. Si comincia dalla fascia ionica: interessati 12 Comuni tra il Catanese e il Messinese
Mobilità elettrica, il piano della Regione sulle colonnine Entro quattro anni da 59 a duemila, si parte da Catania
Dotare la Sicilia di una rete di colonnine per ricaricare i veicoli elettrici efficiente e ben distribuita. Questo prevede il documento regionale con le linee guida per il piano per la mobilità elettrica della Regione Sicilia da portare a termine, in quattro step, entro la fine del 2022. Tra le azioni strategiche da mettere in campo nei prossimi quattro anni c’è la promozione della mobilità sostenibile non solo con l’erogazione di sostegni finanziari per l’acquisto da parte dei cittadini di mezzi elettrici, ma soprattutto tramite l’infrastrutturazione elettrica del territorio con l’installazione di punti fissi di ricarica.
L’obiettivo della Regione Siciliana, in linea con le direttive europee, è l’abbattimento delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) del 20 per cento entro il 2020. L’obiettivo specifico del Piano, invece, è «individuare un percorso graduale per la realizzazione di una rete che garantisca una capillare disponibilità dei punti di ricarica sul territorio, da mettere a punto progressivamente», come si legge nel documento. Il range individuato per i punti di ricarica oscilla tra un minimo di 500-600 e un massimo di 1600-2000 (indicativo e non vincolante) di cui la Regione dovrà dotarsi entro il 2022.
Ad oggi, su tutto il territorio regionale si contano 59 infrastrutture di ricarica. Di queste, 50 sono colonnine a ricarica lenta, sette a ricarica rapida e due a ricarica ultrarapida (a Catania e Augusta). Partendo da qui, con una delibera di giunta approvata lo scorso 19 dicembre (entro i termini della scadenza fissata al 31 dicembre per la trasmissione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) la Regione ha approvato le linee guida formulate da una società privata (la Lem Reply srl con sede a Torino) che aveva ricevuto l’incarico, per scandire i prossimi passi a breve, medio e lungo termine. In totale è prevista la realizzazione di circa duemila punti di ricarica – di cui 1586 normali e 456 di ricarica veloce – entro il 2022. «Poiché la modalità di trasporto prevalente in Sicilia è l’auto privata – si legge nel documento con le linee guida – data la carenza di infrastrutture e servizi inerenti le altre modalità di trasporto, la Regione rimane possibilista sul prevedere un incremento di punti di ricarica del 10-15 per cento rispetto al target totale previsto».
Al momento un finanziamento nel breve periodo (entro il 2019) riguarda il progetto Catania, Messina e altre aree metropolitane. Finanziato nel 2014 dal Mit per un importo complessivo di oltre 240mila euro, anche questo è stato affidato nell’agosto scorso alla ditta Lem Reply Srl. È prevista l’installazione di un massimo di 24 infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici del tipo Normal Power su dodici Comuni, sei della provincia etnea e sei di quella peloritana. Una superficie territoriale di 754,68 chilometri che comprende i Comuni di Catania, Misterbianco, Belpasso, Aci Castello, Giarre e Acireale per la provincia catanese e Messina, Taormina, Giardini Naxos, Milazzo, Sant’Agata di Militello e Santa Teresa di Riva per il territorio del Messinese. Il progetto, la cui gara sarà espletata presumibilmente nel corso del primo semestre del 2019, è stato ammesso a finanziamento completamente a carico del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2016.
Lo step successivo (scenario evolutivo) prevede la realizzazione di una rete composta da circa altre 800 infrastrutture di ricarica entro due anni (scadenza di medio termine fissata nel 2020). Per fornire le basi per una rete diffusa e uniformemente distribuita, sono previste 510 colonnine installate da Enel sull’intero territorio regionale, la cui localizzazione è, ad oggi, argomento in fase di definizione. La multinazionale dell’energia è risultata vincitrice dell’avviso pubblico della Regione del 2016 cui sono già stati assegnati i fondi dedicati dal Pnire (il piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica) per un totale di 3 milioni e 100mila euro. Il progetto, che è stato assegnato alla e-Distribuzione, prevede il coinvolgimento di 115 Comuni soprattutto a vocazione commerciale e turistica distribuiti in tutte le province siciliane. Per le restanti colonnine da installare si è tenuto conto dell’ulteriore sviluppo di progetti e iniziative da parte di investitori privati e di una rete di car sharing elettrico.
Per l’ultimo filone (scenario di consolidamento), da portare a termine entro il 2022, l’obiettivo dichiarato è quello di «completare le eventuali maglie mancanti alla rete di ricarica regionale siciliana attraverso lo sviluppo di una strategia mirata che vede da una parte il rafforzamento delle stazioni da allestire presso i grandi poli attrattivi e dall’altra il contributo all’incremento dell’accessibilità del veicolo elettrico negli spostamenti a media e lunga percorrenza attraverso l’installazione di colonnine del tipo fast charging (ricarica veloce, ndr) lungo i principali assi di percorrenza regionali».
Le 80 infrastrutture di ricarica veloce, infatti, dovranno essere localizzate in punti strategici lungo la rete stradale regionale, in aree di servizio, stazioni ferroviarie, aeroporti, nodi del trasporto pubblico locale (come parcheggi scambiatori) e aree di carico e scarico merci. Tra i luoghi pubblici in cui realizzare le installazioni ci sono edifici governativi, parchi archeologici (Selinunte, Valle dei Templi di Agrigento), università e scuole, ospedali, tribunali, castelli e siti storici, cattedrali e chiese, belvedere o passeggiate panoramiche e anche stadi. Per i luoghi privati accessibili al pubblico, invece, il riferimento è a centri commerciali e outlet, hotel, ristoranti, parchi divertimento e distributori di carburante.
La giunta ha infine inserito nel piano l’obbligo, derivante dalla recente legislazione nazionale, di realizzare colonnine elettriche «su tutti gli impianti stradali di nuova costituzione e su tutti quelli esistenti se sottoposti a ristrutturazione totale».