La Dia di Messina ha appurato la sproporzione tra i redditi e i beni effettivamente posseduti dall'uomo. Già destinatario di custodia cautelare in carcere, gli sono state sequestrate tre aziende, cinque immobili e una società. Per un valore complessivo di un milione e 500mila euro
Mistretta, confisca a imprenditore Lo Re Vicino ai Rampulla, di lui parlano i pentiti
Sequestro a un esponente della famiglia di mafiosa di Mistretta. La Dia di Messina, con il coordinamento del Centro operativo di Catania, ha dato seguito a un provvedimento di confisca di beni a carico di Giuseppe Lo Re, detto Pino. L’uomo, imprenditore di Caronia, sarebbe vicino alla cosca attiva tra i Nebrodi e la fascia tirrenica alla cui guida c’è stato fino al 2010, anno della morte, Sebastiano Rampulla. Rampulla era fratello di Maria e Pietro, entrambi esponenti mafiosi, con quest’ultimo ritenuto l’artificiere della strage di Capaci.
A coordinare le indagini il capo della Procura di Messina, Guido Lo Forte, coadiuvato dai sostituti Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo. Lo Re, pregiudicato, in passato è stato sotto regime di sorveglianza ma anche destinatario di custodia cautelare in carcere. Di lui hanno parlato i collaboratori di giustizia Santo Lenzo e Carmelo Bisognano.
I controlli sul patrimonio di Lo Re hanno fatto emergere la sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e i beni effettivamente posseduti o a lui riconducibili. Il provvedimento della sezione misure cautelari del Tribunale di Messina riguarda tre aziende – due attive nel settore della commercializzazione delle auto e una che gestisce night club -, cinque immobili, altrettanti mezzi e un rapporto finanziario. Prevista anche la messa in liquidazione dell’Autoservice srl. Per un valore complessivo di un milione e 500mila euro.