Oltre 500mila euro investiti dall'amministrazione Stadarelli per dare risposte alle associazioni locali che portano avanti discipline come danza, basket e calcetto tra mille sacrifici. La struttura intitolata a Marco Saitta, talento misilmerese scomparso sei anni fa
Misilmeri dopo 30 anni ha il suo palazzetto dello sport «Doveroso completare opera di valore per il territorio»
Ci sono voluti trent’anni perché Misilmeri si dotasse del Palazzetto dello Sport. Sabato e domenica c’è stata l’inaugurazione di uno dei luoghi in cui potranno essere praticate discipline come basket, calcetto, danza, pallavolo. «Quando ci siamo insediati, nel 2015, quello che era stato realizzato fino a quel momento era stato vandalizzato: porte rotte, bagni distrutti, fili scoperti. Insomma soldi pubblici spesi e non curati», spiega la sindaca di Misilmeri Rosalia Stadarelli. Prima di inaugurare il Palazzetto il Comune ha pensato alla sua sicurezza. Installate alcune delle telecamere che guardano h24 la nuova struttura, collegate direttamente con le forze dell’ordine.
La sua amministrazione ha speso quindi nella struttura «oltre 500mila euro di fondi comunali – aggiunge – ci sembrava doveroso portare a compimento quella che era una struttura di enorme valore per il territorio». Per la realizzazione definitiva del Palazzetto «ci sono voluti 30 anni, tra progettazione, finanziamento e messa in opera – precisa la sindaca – Adesso sarà gestita dalle associazioni locali che svolgono attività sportive sul territorio protagoniste nel weekend di due meravigliose serate: sabato è stata la volta delle scuole di ballo e poi la domenica delle associazioni sportive».
Il Palazzetto, con l’accordo di tutti, è stato dedicato a Marco Saitta, scomparso circa sei anni fa: «Un talento, un’eccellenza di Misilmeri, che ha dedicato la vita alla danza», dice Stadarelli che cita anche le parole di un’altra stella della danza misilmerese, protagonista di Ballando con le Stelle, Alessandra Tripoli, chiamata a inaugurare la struttura: «I ragazzi che hanno sempre praticato la danza, grazie ai loro sacrifici e alla loro forza di volontà, avevano necessità di una pista per potersi allenare».