La polizia di Stato ha arrestato, lo scorso sabato pomeriggio, il pregiudicato Giuseppe Parisi (classe 1998), responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di marijuana. Durante il servizio di contrasto al crimine diffuso, i falchi della squadra mobile hanno approntato un servizio di appostamento nel noto quartiere di San Giovanni Galermo, individuando un […]
Minori con ricetrasmittenti a guardia di una casa di spaccio
La polizia di Stato ha arrestato, lo scorso sabato pomeriggio, il pregiudicato Giuseppe Parisi (classe 1998), responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di
marijuana.
Durante il servizio di contrasto al crimine diffuso, i falchi della squadra mobile
hanno approntato un servizio di appostamento nel noto quartiere di San Giovanni
Galermo, individuando un appartamento su due piani nel quale entravano e uscivano
numerosissime persone.
Gli agenti hanno anche notato come alcuni minori circondassero
l’immobile, muniti di radiotrasmittente e come fosse installato un sofisticato impianto di
video sorveglianza a vigilare la casa. Considerata, quindi, la forte possibilità che si potesse
trattare di una casa di spaccio, le pattuglie della mobile hanno deciso di effettuare una
perquisizione domiciliare.
Dopo avere accerchiato la zona e le campagne circostanti, i poliziotti hanno fatto
irruzione nell’immobile: durante le fasi concitate dell’intervento, Parisi, tra l’altro da poco
scarcerato e pregiudicato per il medesimo reato, ha tentato di disfarsi di quanto
illecitamente detenuto, lanciandolo proprio lì dove i poliziotti si erano disposti per evitare
tale eventualità.
In totale sono stati rinvenuti e sequestrati circa 250 grammi di marijuana, in parte
confezionata in buste e in parte divisa in 54 dosi pronte alla vendita, svariato materiale per
pesatura e confezionamento e una radiotrasmittente per comunicare con i minori che
fungevano da vedette.
Anche all’interno dell’abitazione sono state rinvenute altre dosi di sostanza
stupefacente di cui l’uomo non era uscito a disfarsi. Parisi è stato, quindi, arrestato e, su
disposizione del pubblico ministero, sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del giudizio per
direttissima.
(Fonte: questura di Catania)