Parla Caterina Saccomanno, commissaria del nucleo ambiente e decoro della polizia municipale che traccia una mappa delle zone calde: via dell'Arsenale, piazza Ventimiglia, piazza dello Spasimo, via Crociferi, via Ciaculli, area Magifaraci, via Porta di Castro e traverse di via Roma
Mini-discariche per la città, tra ingombranti e sfabbricidi «Una guerra interminabile, occorre rivedere le sanzioni»
Tecnicamente il fenomeno si chiama abbandono incontrollato di rifiuti, in pratica si tratta di mini discariche abusive sparse per la città. Ci sono alcune strade e piazze che, ormai per consuetudine, sono deputate a diventare luogo in cui sbarazzarsi di quello che non serve più, spesso rifiuti ingombranti. Di questi posti a Palermo ce ne sono tanti: via dell’Arsenale, piazza Ventimiglia, piazza dello Spasimo, via Crociferi, via Ciaculli, zona Magifaraci, via Porta di Castro, traverse di via Roma.
«Passano da lì con la moto ape e, quasi sempre di notte, le persone lasciano a terra rifiuti ingombranti, anche sfabbricidi spesso mischiati ad amianto e frigoriferi con il motore, materiale più difficile da smaltire», racconta la commissaria Caterina Saccomanno del Ntdviu – Nucleo ambiente e decoro – della polizia municipale. «Il regolamento comunale risulta carente in materia di rifiuti pericolosi», aggiunge Saccomanno. «Applichiamo il decreto legge 152 del 2006 che prevede una sanzione di circa 600 euro a beneficio della Provincia, che la investe in favore dell’ambiente». Per far portar via il mobile invece «basta che scattiamo una foto e stiliamo una relazione».
Un problema che potrebbe essere risolto istituendo le isole ecologiche: aree custodite nelle quali conferire l’immondizia, che successivamente viene separata seguendo i criteri previsti per la raccolta differenziata. A Palermo il ritiro dei rifiuti ingombranti si effettua nei giorni stabiliti, per ciascuna circoscrizione. «Anche se – continua Saccomanno – sono ancora troppi i cittadini che non conoscono l’esistenza di questo servizio». Una delle attività gestite dal Comune che funziona è il ritiro porta a porta: «Basta prendere un appuntamento tramite il numero verde e mettere sui mobili un adesivo con scritto Rap. Il problema è che «la gente spesso non ha la pazienza di aspettare il tempo previsto e affida lo smaltimento dei rifiuti a terzi che se ne sbarazzano non sempre nel modo appropriato». Un’altra questione da risolvere in alcune zone cittadine riguarda i rami, tronchi e le foglie che vengono abbandonati nei cassonetti dai giardinieri, spesso a rischio incendio. In questo caso ci sono stati dei progressi: «Dopo due anni di continue insistenze – sottolinea ancora la commissaria – finalmente siamo riusciti a far predisporre in via Galatea a Mondello e a Sferracavallo cassoni dedicati a questo tipo di scarti».
Per contrastare questa che forma di inciviltà, c’è chi ha chiesto l’utilizzo di telecamere di sorveglianza. Esiste un progetto in questo senso ma necessita di alcuni accorgimenti: «C’è la questione dei costi e quella del personale da impiegare. Certo, potrebbero essere utilizzate per aiutarci a individuare i responsabili, affrontiamo una guerra interminabile». Un altro problema individuato dalla commissaria risiede nel tipo di sanzione, che non è adeguata, in quanto non è proporzionale all’infrazione commessa: «C’è n’è una sola per ogni tipo di infrazione. Eleviamo la stessa multa di 169 euro a chi abbandona un sacchetto di rifiuti e a chi lascia per strada un mobile». Anche per questo alcuni vigili hanno chiesto all’ufficio Ambiente del Comune una revisione del regolamento dei rifiuti.