Pavoni, oche, cani e gatti erano accuditi in un terreno appartenuto a un indagato nell'inchiesta Iblis. «Avevamo già fatto richiesta per sopralluogo - dice a MeridioNews Matteo Iannitti de I Siciliani Giovani - ed era in programma entro il 30 novembre»
Mineo, alleva animali in un bene confiscato alla mafia «Sono il cugino del proprietario». Denunciato 33enne
Pavoni, oche, cani e gatti. Un allevamento di animali all’interno di un bene confiscato alla mafia in contrada Molinazzo, nel Comune di Mineo, e gestito dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. All’interno del terreno, a prendersi cura degli animali, i carabinieri della stazione di Mineo hanno trovato un 33enne di Ramacca che si è presentato come il «cugino del proprietario». Il giovane, già gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, è stato denunciato per invasione di
terreni o edifici e possesso ingiustificato di chiavi adulterate.
Il bene è tra quelli confiscati a uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Iblis. «Appena 24 ore prima, avevamo fatto richiesta di sopralluogo all’Agenzia nazionale – racconta a MeridioNews Matteo Iannitti de I Siciliani Giovani che, insieme ad Arci Sicilia e Asaec, sta portando avanti l’impegno per accertare le condizioni dei beni confiscati messi a bando – e ci era stata accordata entro il 30 novembre. Il punto – aggiunge l’attivista – è che, come il terreno con villetta confiscato a Palagonia, anche questo pensiamo fosse abusivamente occupato da anni».
Da successivi accertamenti, i carabinieri hanno appurato che la chiave in possesso
del 33enne (che è stata sequestrata) era adulterata. Alla presenza del coadiutore del bene confiscato Angelo Bonomo, gli animali sono stati trasferiti in una proprietà del 33enne e sono state ripristinate le condizioni di
sicurezza del sito.