L'esponente del Movimento 5 stelle, che ha già denunciato alle autorità il fatto, è stato pesantemente apostrofato sul noto social dal profilo di Mario Pardo. L'uomo scrive senza giri di parole: «Medda morirai pure tu». «Se pensano di intimidirmi commettono un gravissimo errore», commenta la vittima
Minacce su Facebook a senatore Giarrusso «Rici ca semu mafiusi? Te sparari nta testa»
Dopo gli insulti dal profilo Facebook di Giuseppe e Angela Ruscica, parenti del giovane Eugenio, morto in un incidente stradale in corso Duca d’Aosta a Catania, adesso è il turno delle minacce scritte da Mario Pardo. Il bersaglio delle invettive è sempre lo stesso: il senatore catanese del Movimento 5 stelle Mario Giarrusso, reo nei giorni scorsi di avere preso posizione sui funerali show che amici e familiari di Ruscica stavano organizzando per il ragazzo defunto. «Ti scannu, troverò dove abiti, sei un pezzo di merda», sono le parole che dal profilo di Pardo vengono inviate all’esponente pentastellato attraverso un messaggio privato. Le minacce proseguono con frasi come: «tu non sai chi sono le persone» e «ta sparari nta testa cessu» (ti devo sparare in testa).
Giarrusso, come scrive sulla sua pagina ufficiale, domenica mattina si è recato in questura per denuncia l’accaduto. «Se qualcuno pensa che tutto questo possa intimidirmi oppure farmi desistere dalla mia azione politica, sta commettendo un grave, gravissimo errore», commenta. «Nel Movimento – conclude – stiamo portando avanti una battaglia senza quartiere contro la mafia e la corruzione che sono il vero cancro del nostro bellissimo Paese». Pardo, che alterna insulti e minacce con alcune emoticons che raffigurano bombe, coltelli e pistole, scrive anche «scoprirò dove abiti. Morirai pure tu».
Sabato scorso Giarrusso si era già recato alla polizia per denunciare gli insulti che gli erano arrivati dal profilo social di Giuseppe e Angela Ruscica. Gli zii del ragazzo defunto a due passi da corso Indipendenza, avevano apostrofato pesantemente il senatore: «ti auguriamo la stessa fine pezzo di merda», scrivevano. Sul fatto si è espressa anche la presidente della commissione Antimafia nazionale Rosy Bindi, esprimendo la sua solidarietà al collega.