Minacce per l’onorevole Vincenzo Vinciullo, vice presidente della Commissione Bilancio dell’Ars?

A GIUDICARE DAL LUNGO COMUNICATO STAMPA DIRAMATO DAL PARLAMENTARE DI SALA D’ERCOLE, SEMBREREBBE PROPRIO DI SI’. QUALCUNO VUOLE FAR CREDERE CHE IERI, SE LA MANOVRA FINANZIARIA IN DISCUSSIONE A SALA D’ERCOLE SI E’ ARENATA, LA COLPA E’ SUA. IN REALTA’ E’ IL GOVERNO REGIONALE INADEGUATO A COMBINARE QUESTI ED ALTRI PASTICCI. NON A CASO LA MAGGIORANZA SI E’ SCHIERATA CON L’OPPOSIZIONE

L’onorevole Vincenzo Vinciullo, parlamentare del Nuovo centrodestra democratico di Sala d’Ercole, vice presidente della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, teme per la propria incolumità fisica? A giudicare dal comunicato-fiume che ha diramato sembrerebbe proprio di sì.

“Non userò toni forcaioli che incitano il popolo siciliano all’odio – così inizia il comunicato di Vinciullo – anche se so da chi dipenderanno eventuali azioni a mio danno”.

“So per certo – scrive il deputato regionale – che ho lavorato notte e giorno, nell’interesse dei siciliani e della Sicilia, firmando anche tutti gli emendamenti a favore dei forestali, dei lavoratori dei consorzi di bonifica, dell’Esa, ripeto, io, non il Governo o i suoi assessori. Ho chiesto, a nome della Commissione che in quel momento presiedevo, di avere certezza sulle fonti di finanziamento per assicurare ai lavoratori gli stipendi dovuti”.

“Sono assolutamente a posto con la mia coscienza – prosegue Vinciullo – e, del resto, la prova della bontà della mia proposta è data dal fatto che è stata fatta propria anche dai deputati della maggioranza. Sono pronto a tornare in Aula ed in Commissione anche oggi, come ho dimostrato in tutta la mia attività legislativa, ma non accetto lezione da alcuno, né mi faccio intimidire dal linciaggio mediatico”.

“So per certo – aggiunge – di aver difeso i lavoratori ed i Comuni, come dimostrerò di seguito. La manovra di copertura finanziaria prospettata dal Governo, con la quale si è inteso individuare uno strumento che potesse evitare il ricorso al mutuo da 100 milioni di euro presenta rilevanti profili di problematicità, anche di natura costituzionale, che ne compromettono la fondatezza e solidità”.

“La giurisprudenza della Corte Costituzionale – precisa il vice presidente della Commissione Bilancio dell’Ars – ha, in diverse occasioni, affermato che le regole sulla corretta copertura finanziaria delle leggi di spesa impongono la formulazione di mezzi di copertura credibili, sufficientemente sicuri, ancorati a criteri di prudenza, affidabilità ed appropriatezza, in equilibrato rapporto con la spese che si intendono effettuare”.

“La copertura oltre che essere credibile, deve essere, sempre valutata ex ante, ragionevolmente argomentata. Una copertura ex post – afferma la Corte – non corrisponde alla necessaria congruità’ delle risorse impiegate, in rapporto all’esigenza primaria dell’equilibrio di bilancio. Lo schema proposto dal Governo adotta una modalità che individua risorse a copertura che risultano, invece, incerte nel loro ammontare e sicuramente non immediatamente utilizzabili”.

Vinciullo ha ragione: come si evince dai lavori d’Aula che abbiamo riportato stamattina in altra parte del giornale, i Governo intendeva i fabbisogni finanziari dei Comuni e dei forestali con soldi che dovrebbero entrare a luglio!

“Si tratta, nello specifico – dice sempre Vinciullo – degli eventuali risparmi di spesa conseguenti all’accertamento del risultato di gestione del settore sanitario, la cui effettiva sussistenza e relativa esatta quantificazione non potrà essere certificata se non dopo la riunione dell’apposito Tavolo tecnico ministeriale, ossia non prima del prossimo mese di luglio”.

“Come si vede – sottolinea il deputato – le risorse a copertura risultano indeterminate anche nel quantum, in rapporto a finalità di spesa che invece assumono una necessaria immediatezza. Infatti le risorse rinvenienti dai maggiori risparmi accertati, come ho evidenziato, non sono immediatamente utilizzabili, ma sono condizionate ad eventi esterni e successivi alle finalità di spesa (i Tavoli nazionali)”.

“Si ha dunque uno schema – prosegue Vinciullo – che vede in correlazione spese certe e coperture future e condizionate, comunque non immediatamente quantificabili, in quanto il risultato di gestione potrebbe essere minore rispetto a quello ipotizzato dal Governo. La circostanza che analogo modello di copertura sia stato utilizzato nell’articolo 72 commi 2 e 3 della legge regionale 15 maggio 2013 n.9 non può dunque non interrogarci sulla sua riproposizione ad un anno di distanza, soprattutto dopo la estesa, incisiva e argomentata impugnativa che il Commissario dello Stato ha proposto rispetto alla legge Finanziaria regionale 2014”.

“In quella impugnativa – afferma ancora il deputato – risulta particolarmente valorizzata e doverosamente da applicare al nostro Bilancio regionale la sussistenza, a livello costituzionale, del principio dell’equilibrio di bilancio, di cui l’articolo 81, IV comma della Costituzione, il quale opera direttamente a prescindere dall’esistenza di norme interposte ed a cui non sfuggono le norme regionali, ivi comprese quelle delle Regioni ad autonomia differenziata”.

“Questo principio – prosegue Vinciullo – postula che non possono rimanere indipendenti e non coordinati i profili dell’entrata e della spesa nell’ambito di un bilancio necessariamente in equilibrio: un equilibrio che assume dunque un valore non semplicemente legato all’annualità finanziaria, ma va declinato in via tendenziale in uno sforzo che deve impegnare il Governo su una prospettiva pluriennale”.

“Alla luce di queste considerazioni – dice sempre il vice presidente della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars – come non interrogarsi ed interrogare il Governo sulla concreta fattibilità dell’ultima manovra governativa che usa risparmi di spesa per alimentare nuova spesa nell’ambito di un bilancio strutturalmente in disavanzo, con un permanente, cronico disequilibrio delle spese rispetto alle entrate ed una massa di residui, attivi di dubbia se non impossibile esigibilità della misura di 4 miliardi di euro”.

“Questa è la verità – conclude Vinciullo – il resto è solo demagogia”.

 

 


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