Dopo l'esondazione del fiume Mela, nel Messinese i volontari spalano il fango: «Gli abitanti temono di essere abbandonati come nel 2011». Il sindaco: «Speriamo che Regione e governo nazionale ci stiano vicini». Attesa per i risultati delle analisi sulla potabilità dell'acqua
Milazzo, la conta dei danni dopo l’alluvione «Tanta solidarietà, ma le istituzioni ci aiutino»
«Eroismo? Ho solo aiutato i miei compaesani». L’impegno profuso insieme a decine di altri milazzesi per dare una prima risposta all’emergenza viene trattato con la stessa normalità con la quale si trattano i piccoli gesti fatti spontaneamente. A parlare è Marco, uno dei tanti volontari che ieri a Milazzo sono scesi in strada per dare il proprio contributo in seguito all’alluvione che ha messo in ginocchio la città, causando l’esondazione del fiume Mela.
All’indomani della calamità, i detriti e la mobilia che hanno riempito le strade della zone Torretta e Bastione sono la prova di come la tragedia sarebbe potuta essere ancora più imponente: «Poteva scapparci il morto – dichiara il giovane a MeridioNews -. Ho saputo dell’esondazione tramite i social network. Giunti sul posto abbiamo trovato un fiume di fango. Nelle case in cui sono entrato il livello è arrivato fino a un metro e mezzo». Un’ondata marrone che ha invaso il territorio a confine con il comune di Barcellona Pozzo di Gotto nel giro di pochi minuti: «Qui neanche pioveva – continua Marco – la bomba d’acqua ha colpito le zone a monte, finendo per riversarsi a valle con una furia impressionante». Ma proprio la forza del corso d’acqua potrebbe aver evitato il peggio: «L’impeto dell’ondata ha fatto sì che il flusso, entrato dalle porte posteriori delle abitazioni, riuscisse a sfondare gli ingressi principali defluendo in strada. Evitando così di accumularsi nelle case».
Per gli abitanti di via Torretta e Bastione, il timore adesso è che la storia possa ripetersi: «È una situazione che hanno già vissuto nel 2011. All’epoca nessuno aiuto economico è arrivato dalle istituzioni – prosegue il volontario -. E ora, dopo quattro anni nei quali le istituzioni non hanno fatto nulla per mettere in sicurezza il fiume, ci si chiede se bisognerà tornare a indebitarsi per comprare nuovamente mobili ed elettrodomestici».
Sulle possibilità che un aiuto possa arrivare da governi locali e nazionali si è espresso il sindaco di Milazzo Giovanni Formica, che stamani ha ricevuto la visita dell’assessore regionale al Territorio Maurizio Croce: «Ci ha assicurato che la Regione dichiarerà lo stato di calamità chiedendo lo stato di emergenza – afferma il primo cittadino -. Si tratta dei primi adempimenti burocratici. Ricevere un aiuto da Regione e governo nazionale? Lo speriamo, perché la situazione è parecchio difficile».
Intanto, rimane l’attesa in città per sapere se l’acqua che fuoriesce dalle condutture sia potabile: «Siamo riusciti per adesso a bloccare il flusso proveniente dalle zone colpite – aggiunge il sindaco -. Adesso l’acqua che arriva nelle case è pulita, ma in attesa dei risultati delle analisi che abbiamo disposto rimane il divieto di utilizzo per usi alimentari». I problemi con il servizio idrico, tuttavia, potrebbero ripresentarsi: «Abbiamo subito gravissimi danni per diversi chilometri in cui le condutture sono saltate – commenta Formica -. Per adesso stiamo garantendo il servizio tramite i pozzi comunali, ma non sappiamo per quanto tempo ancora potremo assicurare la fornitura».
L’aspetto positivo in queste prime ore post-calamità sta nella solidarietà dimostrata dai milazzesi: «Abbiamo 120 sfollati, trenta dei quali sono stati ospitati gratuitamente dall’Hotel Riviera che ci ha messo a disposizione 18 stanze. Gli altri – conclude il primo cittadino – sono andati a dormire da amici e parenti».