L’uomo ritenuto essere Mered Yedhego Medhane, uno dei più pericolosi boss della tratta di essere umani, continua a dirsi estraneo ai fatti, dichiarando di chiamarsi Mered Tesfamarian. Il legale: «Sono fiducioso che quest’equivoco verrà presto chiarito»
Migranti, trasferito a Palermo l’eritreo estradato «Continuiamo a lavorare per smentire le accuse»
Estradato in Italia lo scorso 7 giugno e detenuto presso il carcere di Rebibbia a Roma, quello che si presume essere Mered Yedhego Medhane viene adesso trasferito a Palermo. Su di lui grava ancora l’accusa di essere uno dei principali esponenti della tratta di esseri umani portata avanti nell’ambito delle rotte di migranti dall’Africa all’Italia. Il detenuto continua a dirsi del tutto estraneo a questa accusa. Sostiene di essere un profugo e di chiamarsi Mered Tesfamarian. Continua ad aleggiare sulla vicenda il dubbio che possa essersi verificato un clamoroso scambio di persona. «Ovviamente questo trasferimento rappresenta per la difesa un vantaggio, mi permette di parlare più spesso del processo col mio cliente. Proprio oggi ci siamo visti» dice Michele Calantropo, legale del giovane eritreo. Secondo il difensore il detenuto sarebbe tutt’altro che tranquillo: «Stiamo parlando di un ragazzo ingiustamente incarcerato che si professa un’altra persona – continua il legale – Non ha potuto avere ancora dei contatti con i suoi familiari, ma si attende che giungano qui a breve, dal momento che sono regolarmente autorizzati».
I pm di Palermo coinvolti nell’inchiesta, Geri Ferrara e Claudio Camilleri, insistono nel ritenere l’eritreo la persona a cui la Procura ha dato la caccia per più di un anno. Tuttavia, Calantropo smentisce la comparsa di nuovi elementi accusatori: «Al momento non sono state prodotte nuove accuse nei suoi confronti. Restiamo in attesa dell’udienza preliminare fissata per il 4 luglio». Il ragazzo sarebbe molto preoccupato e impaurito, ma continua a dichiararsi con forza estraneo ai fatti. «Stiamo continuando a raccogliere informazioni su questa vicenda. Non posso che essere fiducioso che alla fine verrà chiarito tutto questo equivoco» conclude il legale.